“Disparità di genere nel linguaggio burocratico”: c’è chi proprio non ha altro da fare
Intanto stiamo sempre aspettando la risposta governativa alla fondamentale interrogazione del P$ contro le “tutine da ginnastica sessualizzanti”: presto, che i ticinesi ci perdono il sonno di notte!
Perdindirindina, questi sì che sono i grandi problemi del Cantone!
Da una risposta del governicchio ad un’interrogazione di stampo radikalchic firmata da: Matteo Quadranti, Nicola Pini, Natalia Ferrara, Fabio Käppeli (PLR), Sara Beretta Piccoli (PPD) e Tamara Merlo (Più Donne), sulla “disparità di genere nel linguaggio burocratico” (accipicchia!) apprendiamo che il Cantone su questo fronte “si sta muovendo”. Ah beh, adesso sì che possiamo dormire tra due guanciali!
Forse (sottolineiamo: forse) sarebbe opportuno che il Cantone si muovesse su altre cose!
Perché noi – che notoriamente siamo beceri populisti e razzisti, oltre che biechi maschilisti – abbiamo il vago sospetto che ai ticinesi ed alle ticinesi, della “disparità di genere nel linguaggio burocratico” impiegato dall’amministrazione cantonale, non gliene freghi una cippa!
E intanto…
E nel mentre che i politicanti si autoerotizzano cerebralmente su simili questioni, in questo sfigatissimo Cantone:
- i frontalieri esplodono (ed in particolare nel settore terziario, negli uffici, dove soppiantano i residenti);
- le cifre dell’assistenza battono un record dietro l’altro;
- il numero dei sottoccupati e dei working poor schizza verso l’alto;
- i premi di cassa malati continuano ad aumentare;
- tasse e balzelli idem con patate;
- su automobilisti, proprietari di una casetta ed inquilini stanno per abbattersi nuovi salassi in nome dell’isterismo climatico (grazie partitocrazia!);
- il triciclo PLR-PPD-PSS svende la Svizzera all’UE (poi vedremo quanto sarà “rispettoso della parità di genere” il burocratese dei balivi di Bruxelles che, grazie alla partitocrazia calabraghista, verranno a dettar legge in casa nostra e tra un po’ ci prescriveranno anche il colore delle mutande);
- eccetera eccetera…
Quale obiettivo?
Però i grandi statisti locali, i “Winston Churchill de noartri”, si preoccupano della disparità di genere… nel linguaggio burocratico! Si parlasse di condizioni di lavoro, sarebbe un’altra storia. Ma qui il tema è il linguaggio burocratico…
E con quale obiettivo, poi? Magari quello di far assumere qualche nuovo burocrate-linguista all’interno dell’amministrazione cantonale, già gonfiata come una rana, con il compito di controllare le desinenze e di inventarsene di nuove? Presidenta, docenta, dipendenta, direttora, dottora? Sindacalisto, dentisto, ciclisto, giornalisto, buonisto-coglionisto?
Intanto il volgo attende sempre con ansia la risposta governativa sul tema principe del P$: le “tutine da ginnastica sessualizzanti”, oggetto di un’ormai famosa interrogazione. Presto, perché la gente ci sta perdendo il sonno di notte!
Certo che questi $inistrati, pur di NON difendere i lavoratori ticinesi, se le inventano proprio tutte. Anche le crociate sulle tutine da ginnastica sessualizzanti. Siam messi bene!
E costoro vorrebbero aumentare le proprie cadreghe a Berna, facendo leva sull’isterismo climatico, per poi utilizzare i voti eventualmente guadagnati per spalancare le frontiere e generare così ancora più traffico ed inquinamento?
“Devono entrare tutti”
Il bello è poi che gli (e soprattutto le) esponenti della gauche-caviar che si tirano giù la pelle di dosso per le tutine da ginnastica sessualizzanti o per le disparità di genere nel linguaggio della burocrazia, sono poi gli stessi che vogliono far entrare tutti i migranti economici islamisti: giovanotti con lo smartphone che, per dirla con la kompagna Simonetta Sommaruga, “non rispettano le donne” e costituiscono un pericolo per loro. Altrove se ne è accorta anche la $inistra (vedi Danimarca, tanto per fare un esempio). Dalle nostre parti, invece, stendiamo un velo pietoso. Anzi, un burqa.
Lorenzo Quadri