P$ sempre pro-immigrazione clandestina. E su Schengen aleggia un orrendo sospetto
La $inistra immigrazionista, anche alle nostre latitudini, ha trovato la sua nuova eroina del momento: la delinquente gauche-caviar Carola Rackete, ovvero la capitana della Seawatch.
La Carola, ennesima kompagnuzza con i piedi al caldo grazie ai soldi di papà, è stata prontamente scarcerata dalla “toga rossa” di turno. Ovvero uno (una) di quei magistrati che applicano le leggi ai “nemici”, mentre per gli amici le interpretano. Atteggiamento peraltro tipico della $inistra, che si sciacqua la bocca con la legalità (come pure con la morale, con il rispetto, eccetera) esclusivamente a senso unico. Le regole valgono solo per gli “altri”. Per i “loro”, invece
Tutto per visibilità
E’ evidente che la Carola tutto è fuorché un’eroina. Per ottenere visibilità mediatica, ha messo in pericolo, oltre agli uomini della Guardia di finanza italiana tramite speronamento di una motovedetta, anche i passeggeri della sua nave. Nei 16 giorni in cui la Seawatch è rimasta attraccata al largo di Lampedusa, di “porti sicuri” ne avrebbe trovati a bizzeffe. Invece se ne è stata lì, evidentemente aspettando di fare l’exploit.
I responsabili morali
Lo abbiamo già scritto a più riprese: a mettere in pericolo la vita dei migranti sono quelli che – in un modo o nell’altro – li incitano a partire per l’Europa, affrontando pericolosi viaggi in mare. Sostenere l’immigrazione clandestina significa fare il gioco di scafisti, passatori e trafficanti di esseri umani.
Cagnara sul bunker
La $inistra, ormai ridotta a partito degli stranieri (altro che preoccuparsi dei ticinesi, altro che pensare ai lavoratori) fa cagnara immigrazionista a fini elettorali. Naturalmente ben supportata dalla radioTV di sedicente servizio pubblico, finanziata col canone più caro d’Europa.
Lo dimostra il grottesco caso montato ad arte attorno al famoso centro asilanti – “bunker” di Camorino. Che è poi un centro della protezione civile. Quindi una struttura che va bene per i militi svizzeri ma che, secondo gli spalancatori di frontiere, non è sufficientemente chic per dei finti rifugiati. Magari lorsignori volevano la spa e la vista lago.
Il Consigliere di Stato leghista Norman Gobbi ha smontato le fake news sul presunto sciopero della fame degli ospiti dello “spaventevole bunker” (vedi articolo a pagina 9) messe in giro dal sedicente collettivo R-esistiamo, il quale è collegato con un certo avvocato luganese.
Si scopre così che il tanto drammatizzato “sciopero della fame” dei migranti economici di Camorino è durato… un pasto. In sostanza, gli asilanti hanno saltato un pranzo. E si scopre pure che i giovanotti con lo smartphone ed il bluetooth sono insorti contro l’imposizione di lasciare il centro durante il giorno perché fuori non avrebbero più avuto il wifi gratuito.
Intendiamoci: noi siamo favorevoli alla chiusura del bunker. A patto che gli attuali occupanti vengano immediatamente rimpatriati. E sia chiaro che non si spende nemmeno un centesimo del contribuente per nuovi (e lussuosi) centri d’accoglienza per finti rifugiati.
Ticinesi sempre più poveri
Questa panna montata pro-finti rifugiati ha l’unico scopo di dare visibilità in chiave elettorale all’ammucchiata di $inistra.
Chiaro: mentre i ticinesi diventano sempre più poveri e precari, mentre il mercato del lavoro è a ramengo a seguito della devastante libera circolazione delle persone, mentre i politicanti della casta riducono la Svizzera ad una colonia dell’UE, mentre i premi di cassa malati continuano ad aumentare, mentre le casse dell’AVS languono, eccetera eccetera, i $inistrati, famelici di cadreghe, s’immaginano di turlupinare il popolazzo denunciando il presunto razzismo (?) contro i finti rifugiati e sciacquandosi la bocca con il populismo climatico. E intanto, a manina con gli odiati “padroni”, svendono la Svizzera all’UE.
Caso Bosia Mirra: imboscato?
La vicenda della Carola richiama alla mente il caso dell’ex parlamentare P$ Lisa Bosia Mirra, condannata (ma la sentenza è ancora sub judice) per aver fatto entrare illegalmente in Svizzera dei finti rifugiati che si trovavano a Como.
Il decreto d’accusa emesso dalla Procuratrice pubblica Margherita Lanzillo nei confronti di Bosia Mirra è stato impugnato; il processo in Pretura penale (giudice Siro Quadri) l’ha confermato nel settembre del 2017. Nuovo ricorso. E adesso, a quasi due anni di distanza, l’incarto giace tranquillamente imboscato nei cassetti della Corte d’appello e di revisione penale (CARP). Ohibò. Se si tratta di condannare esponenti leghisti per un post sui social, ecco che la Magistratura si muove fulminea, in barba al presunto “sovraccarico di lavoro”. Qui invece… Giustizia a due velocità?
Schengen: il sospetto
E non è finita. Gli uccellini cinguettano che un illustre esponente della CARP avrebbe dichiarato che il fallimentare accordo di Schengen permetterebbe ad un finto rifugiato di spostarsi liberamente da un paese firmatario all’altro, in barba alle leggi dei singoli Stati. E’ il massimo. Se la CARP dovesse uscirsene davvero con una simile “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi), che non trova peraltro riscontro in nessun altro Stato, le urgenze sarebbero due:
- Lasciare subito a casa i giudici che emettono sentenze del genere;
- Disdire all’istante gli accordi di Schengen! Altro che “bisogna salvare Schengen”, come strillava istericamente la partitocrazia PLR-PPD-P$$ per giustificare la calata di braghe davanti al Diktat disarmista dell’UE!
Lorenzo Quadri