9 febbraio: il presidente P$$ vomita ancora bile
Il presidente del partito $ocialista svizzero kompagno Christian Levrat, oltre a non saper perdere, non è nemmeno tanto furbo.
Al congresso dei kompagni tenutosi ieri, Levrat è tornato a scaricare fiumi di bile internazionalista e spalancatrice di frontiere sulla votazione del 9 febbraio – e quindi sul popolo bestia che ha approvato l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”. E’ noto infatti che, quando non vota come vorrebbero i kompagni, il popolo è scemo e quindi non deve avere facoltà di decidere.
Il kompagno Levrat ha usato gli stessi toni dei padroni del vapore disonesti: quelli che, grazie alla devastante libera circolazione delle persone, assumono stranieri a basso costo lasciando a casa i residenti.
Il presidente dei kompagni ha infatti sproloquiato di “conseguenze catastrofiche” della votazione del 9 febbraio. La stessa cosa che si raccontava dopo la votazione del 1992 sull’adesione della Svizzera allo SEE. Un No avrebbe avuto conseguenze disastrose, si diceva. Un No sarebbe stato una catastrofe per la Svizzera. Invece, quel No è stata la nostra salvezza.
Danno irreparabile
Certo, il voto dello scorso 9 febbraio è effettivamente un danno irreparabile per chi, come il partito $ocialista, vuole rottamare la Svizzera, spalancare le frontiere, invitare tutti gli immigrati economici ad abbuffarsi allo stato sociale elvetico pagato dai contribuenti; e che, ovviamente, vuole portarci nell’UE.
Con le sue stucchevoli invettive, il presidente $ocialista dimostra di volere l’immigrazione incontrollata, senza alcun limite. E chi non è d’accordo è un becero populista e razzista.
Gli inopinati travasi di bile nelle alte sfere ro$$e dimostrano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che il Sì all’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” era doveroso: questo Sì suscita infatti ancora, a 5 mesi distanza, l’ira incontrollata di quelli che vogliono distruggere il paese: in effetti, sui loro piani il popolo ha tirato una bella riga rossa.
Ticinesi, ricordatevene alle elezioni
Non ancora contento, il kompagno Levrat ha dichiarato che mai accetterà i contingenti, contenuti nel testo dell’iniziativa. Il presidente di un partito di governo si rifiuta, dunque, di accettare la volontà popolare. Ohibò. Eccolo qua, il livello dei $inistrorsi.
Non è finita. Il presidente $ocialista rifiuta i contingenti e quindi si batte, ad oltranza, per il mantenimento della situazione attuale in Ticino: ossia, frontalieri e padroncini che soppiantano i residenti sul mercato del lavoro. I Ticinesi lo tengano ben presente in occasione delle prossime elezioni. Chi vota P$ vota per chi rifiuta la volontà popolare e rifiuta qualsiasi limitazione all’invasione di frontalieri e padroncini.
A ciò si aggiunge che la politica $ocialista in materia di stranieri consiste nel mettere in fuga i ricchi – quelli che pagano molte tasse, indispensabili per mantenere il nostro stato sociale – e contemporaneamente nello spalancare le porte a quelli che delinquono o che sono a carico della collettività.
E’ pur vero che un presidente come Levrat è la migliore garanzia: ogni volta che apre bocca, il P$ perde punti. Un paio di altre sortite come questa, ed in Ticino, finalmente, per le riunioni dei kompagni basterà la famosa cabina telefonica. Per cui, avanti così!
Lorenzo Quadri