Sentenza contro la Brexit: a Londra come in Svizzera, tutto il mondo è paese

 

Proprio vero che tutto il mondo è paese! In Gran Bretagna i giudici dell’Alta Corte di Londra tentano di mettere i bastoni tra le ruote alla Brexit pretendendo che voti il parlamento. La decisione avviene a seguito del ricorso presentato da una esponente di un gruppo europeista: si tratta sempre della solita élite alla quale la democrazia fa schifo. Per costoro il voto popolare non conta nulla e quando il responso non è quello auspicato, si credono legittimati a sabotarlo  con cavilli e ricorsi. E naturalmente trovano, in troppi legulei dei tribunali, messi lì dai partiti, alleati più che pronti ad azzoppare la volontà popolare contraria all’UE e alle frontiere spalancate.  I giudici credono dunque di poter fare politica contro il popolo a suon di sentenze. Il Daily Mail, dopo la decisione dell’alta corte di Londra, ha pubblicato in prima pagina i faccioni dei tre giudici anti-Brexit con il titolo cubitale: “Nemici del popolo”. L’avesse fatto il Mattino, tempo trenta secondi ed i moralisti a senso unico si sarebbero messi ad ululare come coyote.

Anche dalle nostre parti…

Ma quello che succede in Gran Bretagna capita anche dalle nostre parti. Nei giorni scorsi, ad esempio, il Tribunale federale è riuscito ad annullare l’espulsione di un 29enne serbo resosi colpevole di una lunga serie di odiosi reati, tra cui lesioni personali gravi, sequestro e rapimento, con l’argomento che il “bravo giovane” sarebbe cambiato. Così si calpesta la decisione popolare sull’espulsione dei delinquenti stranieri. Gli svizzerotti si devono tenere in casa tutti!

In altre occasioni i giudici hanno annullato misure poste in atto per tutelare il mercato del lavoro ticinese dall’invasione da sud (vedi la cancellazione del requisito della conoscenza del tedesco per i docenti di matematica nella scuola pubblica). E anche talune associazioni professionali hanno già avuto modo di lamentarsi di come le sentenze dei tribunali spianino la strada all’apertura del mercato ticinese agli operatori d’oltreconfine. Quando manifestamente nel Belpaese accade proprio il contrario. Con buona pace della reciprocità.

Il margine di manovra

In Svizzera come in Gran Bretagna il popolo vota contro la devastante libera circolazione delle persone, mentre nei tribunali i giudici (messi lì dalla partitocrazia spalancatrice di frontiere) usano il proprio margine di manovra per fare politica all’insegna del “devono entrare tutti” e per sabotare le decisioni democratiche non allineate al mantra delle “aperture”.

Separazione dei poteri

Anche alle nostre latitudini è politikamente korretto strillare alla violazione della separazione dei poteri quando la politica tenta (a torto) di influire sulla giustizia (cosa comunque assai rara, essendo che l’élite politica e quella giudiziaria vanno a manina). Quando però sono i giudici nelle loro sentenze a fare politica – naturalmente sempre pro-UE e pro-frontiere spalancate – guai a fare un cip! I soloni della morale a senso unico si ergono, tronfi ed indignati, a difesa della casta dei magistrati; e chi osa criticarli viene bollato come “fascista”. La separazione dei poteri funziona forse anch’essa a senso unico? La politica non deve (giustamente) influire nell’esercizio della giustizia però la giustizia può fare politica – e ovviamente la fa sempre nella stessa direzione? Noi non ci stiamo.

Oggi, alle nostre latitudini, non è l’indipendenza dei tribunali che deve essere difesa da interferenze del legislativo o dell’ esecutivo: anche perché, come detto, le maggioranze  nei tre poteri vanno a manina. Sono le decisioni democratiche ad essere minacciate dalle ingerenze dei tribunali dove giudici partiticizzati fanno politica.

Lorenzo Quadri