Anche la Svizzera deve percorrere la strada imboccata da Gran Bretagna e Danimarca
Il numero di finti rifugiati che sbarcano quotidianamente nel Regno Unito è tornato ad esplodere. Con esso i costi a carico delle finanze britanniche. E quindi il buon Boris Johnson, primo ministro, ha deciso di optare per una soluzione drastica (che per ora rientra nel campo delle intenzioni). Le persone che immigrano clandestinamente nel Regno Unito verranno mandate in appositi centri creati in Ruanda. Saranno dunque alloggiate in quel Paese, e non in Gran Bretagna, per tutta la durata della procedura. Nel caso di accettazione della domanda d’asilo, i migranti resterebbero comunque in Ruanda dove, in quanto rifugiati, riceverebbero assistenza, vitto e alloggio.
Per mettere in piedi questo sistema, Londra ha siglato un memorandum d’intenti con il governo ruandese.
Anche la Danimarca
L’idea non è nuova. In effetti già la Danimarca aveva annunciato di voler percorrere questa via. Alloggiare gli asilanti al di fuori dell’Europa comporta notevoli vantaggi. Lo Stato che introduce queste politiche diminuisce la propria attrattività quale paese di destinazione dei migranti. Inoltre, in un Paese africano sicuro, con molti – ma molti – meno soldi si può fare parecchio di più, a seguito dei minori costi della vita. E’ quindi possibile offrire ai richiedenti l’asilo condizioni migliori.
In Svizzera sul tema della “delocalizzazione degli asilanti” negli anni scorsi era stata anche lanciata un’iniziativa popolare che però, complice la pandemia da stramaledetto virus cinese, non riuscì a raccogliere le firme necessarie alla sua riuscita.
Lega “sul pezzo”
La Lega, tramite mozione a Berna, già nel giugno del 2021 ha chiesto di spostare i centri per richiedenti l’asilo nei paesi extraeuropei, sul modello di quanto aveva (ai tempi) appena deciso il parlamento danese. In settembre il governicchio federale ha risposto, come da copione, che “sa po’ mia”: “Il Consiglio federale non ritiene, per il momento, realistici accordi di questo tipo”, scrive l’esecutivo nella sua presa di posizione, aggiungendo che “il piano danese di delocalizzazione delle procedure non è ancora stato attuato e nulla lascia supporre che lo sarà in un prossimo futuro. La sua efficacia non può dunque essere valutata. Il Consiglio federale seguirà tuttavia con interesse l’evolversi della situazione”.
Come al solito si racconta tutto ed il contrario di tutto. Il modello non può poi essere così “irrealistico” dal momento che già due paesi lo hanno scelto. La Gran Bretagna ha pure firmato con il Ruanda delle molto reali dichiarazioni d’intenti. L’opzione va dunque presa molto sul serio.
Il plenum del parlatoio, dal canto suo, non si è ancora espresso sulla mozione leghista. Facili da prevedere gli strilli isterici della $inistra immigrazionista, che nell’industria dell’asilo ci tetta dentro a più non posso.
Casca l’asino
Anche in Gran Bretagna l’opposizione starnazza contro l’intenzione governativa di collocare i migranti in Ruanda, berciando che sarebbe “impraticabile ed immorale (ö la Peppa!) il trasferimento forzoso dei migranti in un paese diverso da quello nel quale intendono chiedere asilo”.
E proprio qui casca l’asino! Casca, perché non esiste alcun diritto all’immigrazione. Piaccia o non piaccia alla partitocrazia spalancatrice di frontiere ed ai media di regime colonizzati da giornalai di $inistra.
Il finto rifugiato con lo smartphone non può fare shopping di potenziali paesi di destinazione scegliendo quello con lo stato sociale più generoso. Per contro, c’è sempre in ballo il demenziale Patto Onu sulla migrazione. Il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR, presidente di turno della Confederella, sogna di firmarlo. E quel trattato sì che porterà alla trasformazione dell’immigrazione clandestina in un diritto. Di più: in un diritto umano, cui il paese di destinazione non potrà più opporsi. Il “medico italiano”, come sappiamo, insiste affinché la Svizzera okkupi una cadrega di durata biennale nel Consiglio di sicurezza del bidONU, gremio inutile di un organismo inutile che andrebbe sciolto. Detta cadrega non conterebbe un tubo, però implicherebbe la rottamazione definitiva degli ultimi scampoli di neutralità. E qualcuno s’immagina una Svizzera membro del Consiglio di sicurezza dell’ONU che non sottoscrive il demenziale Patto sopra citato?
Lamiera ro$$a
Sempre in campo di rifugiati, la guerra in Ucraina dimostra come i $inistrati squallidamente tentino di approfittare dell’occasione. La Polonia (infamata poiché governata da un esecutivo “sovranista”) si è fatta carico di un numero esorbitante di rifugiati ucraini. Ma ancora non va bene: Varsavia è adesso accusata di discriminare gli altri migranti. Qui qualcuno è fuori come una pala eolica. E’ ovvio che i profughi che scappano da una guerra vanno trattati in modo diverso dai migranti economici. Infatti costituiscono una casistica del tutto diversa: i secondi sono dei clandestini. Ed invece i $inistrati, anche in Svizzera, approfittano squallidamente della situazione per tentare di parificare le due categorie.
Quando Alliance Swiss Pass ha commesso la cappellata di regalare – a spese degli altri utenti – l’abbonamento generale per i trasporti pubblici ai profughi ucraini (compresi quelli arrivati in Maserati ed in Bentley) subito il P$ ha preteso che l’improvvido dono venisse esteso anche ai migranti economici. Eh no! Non si possono mischiare le pere con le banane!
Il boomerang
E’ desolante lo squallore con cui i $inistrati cercano di abusare dello slancio di solidarietà della popolazione elvetica nei confronti dei profughi ucraini, trasformandolo in un boomerang per colpire gli svizzerotti. L’argomentazione dei kompagni è la seguente: visto che agli ucraini – che per lo meno sono dei veri rifugiati – sono stati concessi determinati aiuti, allora le stesse prestazioni vanno accordate anche ai clandestini, altrimenti è razzismo! Non è così che funziona.
Se chi si è mostrato solidale, invece di ringraziamenti, riceve accuse di razzismo e rimbrotti di non fare abbastanza, è ovvio che la solidarietà finirà ben presto.
Morale
Poiché la partitocrazia immigrazionista sta abusando dei profughi ucraini per allargare le maglie dell’accoglienza dei clandestini, passare al sistema di Gran Bretagna e Danimarca (mandare in paesi extra UE chi varca illegalmente i confini) diventa necessario anche per la Svizzera.
Lorenzo Quadri