La stampa di regime regala importanza e visibilità a manifestazioni di quattro gatti
“Funerale della giustizia”: ma allora è vero che il Rabadan si trasferisce a Lugano!
Ormai i sedicenti autogestiti ed i loro reggicoda raschiano il fondo del barile.
Che la denuncia penale “contro ignoti da ricercare nel Municipio” presentata dai Verdi fosse farlocca, era evidente fin dall’inizio.
Si trattava di un palese tentativo di utilizzo della giustizia penale a scopo di politichetta partitica.
Su questa denuncia la stampa di regime (Pravda di Comano in primis) ed i soldatini della partitocrazia legafobica hanno montato ettolitri di panna.
Ma la panna montata ha una caratteristica: prima o poi si smonta. Ed è quello che è successo con il decreto d’abbandono di una procedura in cui, tra l’altro, nessun municipale era imputato.
Il Ministero pubblico non si è piegato alle prepotenze ed alle pressioni politico-mediatiche di chi sognava di vedere emettere decreti d’accusa sul nulla contro il municipio, reo di essere a maggioranza relativa leghista. Il Ticino, malgrado gli sforzi dell’ammucchiata antileghista, non è ancora repubblica delle banane fino a questo punto.
Frustrazione alle stelle
Le cose sono dunque andate come dovevano andare in qualsiasi paese democratico (anche se sappiamo che i modelli cui si ispirano gli “autogestiti” sono altri).
Sicché i brozzoni ed annessa corte dei miracoli hanno dato fuori di matto dalla frustrazione.
I politichetti promotori della denuncia farlocca si sono lasciati andare a crisi di nervi a mezzo stampa. I molinari ed affini,invece, hanno inscenato manifestazioni contro la Magistratura. Che – e non poteva essere diversamente – si sono trasformate in un nuovo autogoal.
Fossero stati di “destra”…
Venerdì gli “autogestiti” si sono presentati in tre gatti davanti a Palazzo di giustizia, muniti di striscioni e volantini. Se la stessa cosa l’avessero fatta dei manifestanti “di destra”, la stampa di regime e la partitocrazia starebbero già starnazzando a pieni polmoni all’ “allarme fascismo”.
Una nota di merito va ai volantini distribuiti, che mostrano una notevole vena comica. I molinari accusano infatti il Mattino di “fomentare odio razzista e xenofobo ogni domenica”. Ah, ecco. Questi intolleranti odiatori sono andati sotto le finestre del compianto sindaco a sbraitare “Borradori a testa in giù”; insultano i leghisti come “fascisti” e “pezzi di merda” se uomini, e “troie” e “zoccole” se donne; sui loro manifesti definiscono i municipali di Lugano “facce di culo”; eccetera eccetera. Però a “diffondere odio” (uhhh, che pagüüüraa!) sarebbe chi osa pensarla diversamente da loro in materia di frontiere spalancate. Eccole qua, l’apertura e la tolleranza dei $inistrati!
Quanto alla ribadita (per l’ennesima volta) indisponibilità a dialogare con il municipio: se ne prende tranquillamente atto. Nessuno si strapperà i capelli.
Meglio del Rabadan
Ieri sera, c’è stato il bis a cura dei cifolatori del primo d’agosto (tutti in età AVS, a giudicare dalle foto). I quali hanno inscenato un presunto funerale della giustizia, con tanto di corteo, sempre seguito da quattro gatti.
Accipicchia, ma allora è vero che il Rabadan è arrivato a Lugano!
Fa quasi tenerezza l’incapacità di certuni di uscire dal proprio mondo di fantasia e di prendere atto della realtà.
Gli autori di denunce penali farlocche, in uno Stato di diritto, fanno la fine dei pifferi di montagna, quelli che partirono per suonare ma vennero suonati. Sarebbe gravissimo se così non fosse.
Nessun interesse pubblico
Le partecipazioni irrisorie a queste iniziative carnascialesche dimostrano che i brozzoni ed i loro seguaci non rivestono alcun interesse pubblico. Alla stragrande maggioranza dei luganesi di costoro non gliene potrebbe fregare di meno. La città ha ben altri problemi e priorità.Quindi, visto oltretutto il reiterato rifiuto di dialogare, è evidente che l’ente pubblico non deve mettere a disposizione dello CSOA nemmeno un pollaio.
Giornalai allo sbando
Anche questa volta si palesa lo squallore della stampa di regime, che dà importanza e visibilità a manifestazioni seguite da pochi intimi. Lo scopo è sempre il medesimo:fare propaganda contro il municipio di Lugano colpevole di essere del colore politico sbagliato.
Ed il cittadino dovrebbe continuare a pagare il canone più caro d’Europa? Ed in futuro dovrebbe pure foraggiare con ulteriori sussidi statali i giornalai servi del triciclo? Ma anche no!
Lorenzo Quadri