L’ultima boiata di Nora Illi rispecchia il pensiero di molti migranti economici
E intanto noi continuiamo ad “aprirci” al radicalismo islamico e a “far entrare tutti”, estremisti compresi. Grazie spalancatori di frontiere!
Nora Illi torna purtroppo a far parlare di sé. La Illi è la donna “velata” (meglio sarebbe dire: insaccata) che faceva le sceneggiate contro la legge antiburqa in Piazza Grande a Locarno. Ad accompagnarla, c’era il sedicente imprenditore algerino Rachid Nekkaz (accolto con tutti gli onori dal capodicastero polizia PLR di Locarno come “un intellettuale che merita di essere ascoltato”).
Si ricorda inoltre che il di lei marito, Qaasim Illi, esponente di punta del sedicente Consiglio centrale islamico della Svizzera (cosa possa avere di “svizzero” una simile aberrante organizzazione salafita rimane un mistero) è indagato dal Ministero pubblico della Confederella per presunta violazione della legge federale che vieta Al Qaeda, lo Stato islamico, ed organizzazioni consimili. Inquisito con lui il degno compare Nicholas Blancho.
Pufatt
Blancho ed Illi, come si è di recente appreso, non pagano la cassa malati e collezionano puff, poiché risultano essere indigenti. Entrambi sono occupati a tempo parziale. Ma di aumentare la percentuale lavorativa per far fronte ai propri obblighi e per pagare i debiti, non se ne parla nemmeno. Avrebbero meno tempo da dedicare alla diffusione del radicalismo islamico in Svizzera! Tanto a mantenerli ci pensa il solito sfigato contribuente; per cui, perché questa gentaglia dovrebbe preoccuparsi di lavorare?
Il solo fatto che simili situazioni vengano tollerate è la dimostrazione di quanto sia ormai degenerata la situazione nel nostro Paese grazie alla politica del buonismo-coglionismo e del multikulti. Vero kompagna Sommaruga?
Andrebbe ignorata, ma…
Ora, delle iniziative della Illi non bisognerebbe nemmeno parlare. Costei andrebbe semplicemente ignorata. Tuttavia la sua ultima sortita non può passare sotto silenzio. Si tratta della seguente dichiarazione fatta ad una TV privata austriaca (ma non c’erano persone con un po’ più di sale in zucca da interpellare?): “le leggi locali sono fatte per i miscredenti”; quindi i veri musulmani non devono rispettare le regole dei paesi dove vivono, ma solo i precetti coranici.
Purtroppo questa scandalosa boiata non è frutto del delirio individuale della poveretta di turno. Come lei la pensano tanti (troppi) dei migranti economici musulmani (anche se la Illi purtroppo è svizzera di nascita) che continuiamo a metterci in casa e a mantenere grazie alla politica dell’immigrazione scriteriata. Ossia, che le leggi del paese dove si vive NON si rispettano.
Davanti a simili esternazioni non dovrebbero azionarsi solo i campanelli d’allarme. Dovrebbe scattare anche l’islamexit, essendo questa religione incompatibile con la realtà occidentale.
Partitocrazia imbesuita
Ma la partitocrazia, imbesuita dal politikamente korretto, dalle frontiere spalancate e dal fallimentare multikulti, pretende che gli svizzerotti (chiusi e gretti) si “aprano” sempre più all’islam. La gauche-caviar vorrebbe addirittura rendere l’islam – che non rispetta le nostre leggi – religione ufficiale in Svizzera. E non ci vorrà molto prima che nasca anche dalle nostre parti un partito islamico, il quale pretenderà di sostituire le nostre leggi democratiche con i precetti del Corano. Grazie, partitocrazia multikulti e spalancatrice di frontiere!
Visto poi che alla Illi le leggi svizzere fanno tanto schifo: perché non raccoglie i suoi stracci e non si trasferisce nei paesi dove vige la sharia? Ah già, ma lì non è così facile attaccarsi alla mammella dell’ente pubblico!
Ma che bello starsene in Svizzera a radicalizzare senza pagare tasse né cassa malati – e magari ricevendo pure prestazioni sociali – assieme al marito pufatt e indagato! E tutto questo mentre si sputa sui valori occidentali e cristiani. Ed invece dell’espulsione dal Paese, purtroppo impossibile essendo la Illi come detto svizzera di nascita, arrivano gli inviti ad andare a sproloquiare negli studi televisivi.
Lorenzo Quadri