Mentre noi ci dobbiamo arrangiare! Ringraziamo i legulei del Tribunale delle assicurazioni

Proprio come scritto a più riprese sul Mattino, ci sono profughi ucraini che nel nostro stato sociale ci tettano dentro alla grande; magari consigliati da connazionali già presenti nel nostro paese o da associazioni $inistrate.

Il tema dei permessi S che arrivano in Ticino ed il giorno dopo già pretendono di rifarsi i denti a spese degli svizzerotti (“che tanto sono fessi e non si accorgono di niente”) è stato evocato più volte su queste colonne. Adesso siamo alla resa dei conti. 

Nei giorni scorsi il Tribunale cantonale delle assicurazioni ha infatti accolto il ricorso di una profuga ucraina, arrivata qui nel marzo del 2022 (chi ha redatto il ricorso? Forse un legale spesato dal contribuente?). 

Alla donna, l’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati (URAR) ha rifiutato il pagamento di una fattura dentistica di 800 franchi, poiché “le cure eseguite non rispettano i canoni di semplicità ed economicità”: in altre parole, sono un lusso. Ma adesso arriva il Tribunale cantonale delle assicurazioni a contestare la decisione: il contribuente ticinesotto – quello che si vedrà tagliare i sussidi di cassa malati perché “bisogna risparmiare” – deve pagare le cure dentarie di lusso ai profughi ucraini che già sono a beneficio dell’aiuto sociale! E’ il colmo!

Ricchi ma sussidiati

Da notare che anche i titolari degli enormi SUV con targa UA che vediamo in abbondanza sulle nostre strade potrebbero essere a beneficio di aiuti sociali: basta che dichiarino di non essere i proprietari del bolide, ed il gioco è fatto! 

Ci piacerebbe sapere quanti di costoro ricevono soldi pubblici, e per quale ammontare totale!

Ricordiamo poi, a titolo di aneddoto, la vicenda della profuga ucraina che, in una boutique di Bellinzona, pretendeva di farsi pagare dallo Stato acquisti di biancheria di lusso per 1000 franchetti. Apperò!

Ma quale rimpatrio?

C’è davvero troppa gente che, in casa nostra, ha trovato “ul signur indurmentàà”. Ed è uno scandalo che il governicchio federale – dopo aver miseramente rottamato la neutralità elvetica per chinarsi a 90 gradi davanti ai balivi di USA, UE e NATO, salendo così sul carro di quelli che la guerra in Ucraina la protraggono ad oltranza – abbia deciso nelle scorse settimane di prolungare fino a marzo del 2025 (!) la durata degli statuti S.  E tutto per allinearsi alla fallita UE! 

Poi però i camerieri bernesi di Bruxelles hanno ancora il coraggio di raccontarci la storiella dello statuto S “orientato al rimpatrio”. Ma quando mai! E’ chiaro anche al Gigi di Viganello che nessun profugo ucraino vorrà più rientrare al suo paese dopo almeno tre anni (2022 – 2025) di bella vita qui, spesata dal contribuente! 

Visto che di rimpatri volontari non ce ne saranno, a questo punto che si proceda a regolarizzare la posizione dei borsoni ucraini presenti sul nostro territorio, di modo che essi PAGHINO COSPIQUE TASSE in Ticino: e quindi – in cambio dell’ospitalità ricevuta – alimentino le nostre casse pubbliche, invece di mungerle!

Il vaso di Pandora

La sentenza sopra citata del Tribunale cantonale delle assicurazioni ha scoperchiato il vaso di Pandora. 

Adesso vogliamo sapere quanto abbiamo speso finora per le cure dentarie dei profughi ucraini, quando noi ce le dobbiamo pagare di tasca nostra! Ancora un po’ e grazie alla kompagna Baume Schneidèèèr (P$) dovremo rimborsare ai migranti anche le iniezioni di botox?

Più in generale:  vogliamo sapere a quanto ammonta la spesa sanitaria provocata  1) dagli statuti S e 2) dagli asilanti in generale! Perché poi questi costi ce li ritroviamo caricati nei premi di cassa malati, che infatti in Ticino esplodono! 

E naturalmente, più in generale, vogliamo sapere quanto ha speso finora il Cantone per i profughi ucraini (vedi al proposito anche l’interrogazione Bignasca a pag. 27): ne abbiamo piene le scuffie di sentirci di dire che per noi “gh’è mia da danée” e bisogna tagliare, mentre quando si tratta degli ultimi arrivati… tutto è dovuto!

La barzelletta del giorno

Per finire, la barzelletta del giorno: il PPD nazionale adesso annuncia che starebbe pensando a delle “misure per limitare l’immigrazione”. Che tolla! Va bene che sono gli ultimi colpi della campagna per il ballottaggio al Consiglio degli Stati in alcuni Cantoni; ma anche alle panzane dei politicanti per infinocchiare gli elettori ci deve pur essere un limite. Quando mai gli uregiatti si sono preoccupati di limitare l’immigrazione? Sotto le cupole federali si sono sempre schierati CONTRO ogni proposta in tal senso!

Lorenzo Quadri