Vogliamo proprio vederla, l’UE che fa saltare gli accordi bilaterali!
E ti pareva! I balivi della fallita UE, debolissima con i forti (vedi Turchia) e forte con i deboli – o con chi si rende tale -, si permette di nuovo di ricattare la Svizzera. Questa volta addirittura per il tramite di un funzionarietto di seconda tacca: l’ambasciatore della DisUnione europea a Berna, tale Petros Mevromichalis (Petros chi?).
Costui, forse abituato ad avere a che fare con interlocutori elvetici dediti alla calata di braghe compulsiva, fa la voce grossa: se gli svizzerotti non accetteranno di firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale (quello che trasformerebbe la Confederella in una COLONIA di Bruxelles) gli eurobalivi potrebbero anche decidere di non andare avanti con gli accordi bilaterali attuali.
Uhhh, che pagĂĽĂĽĂĽraaa!
Questi burocrati vogliono a tutti i costi comandare in casa nostra, ma le sparano decisamente grosse. La stragrande maggioranza dei rapporti commerciali tra Svizzera ed UE non sono regolati dai bilaterali, bensì dall’Accordo di libero scambio del 1972, che non ha nulla a che vedere con l’osceno trattato “istituzionale”.
Inoltre: caro “Amaro Petrus”, ma chi credi di prendere per il lato B? Gli accordi bilaterali, ormai diventati unilaterali, sono molto più vantaggiosi per l’UE che per la Svizzera! Vogliamo proprio vederli, gli eurobalivi che disdicono dei trattati dai quali ci guadagnano, e alla grande! Vogliamo proprio vederli, i funzionarietti di Bruxelles che fanno saltare la devastante libera circolazione delle persone! Accomodatevi, non aspettiamo altro!
Senza contare che la bilancia commerciali degli scambi tra Svizzera ed Unione europea è chiaramente a vantaggio di quest’ultima.
E poi questi eurobalivi che ci ricattano a giorni alterni hanno pure il coraggio di pretendere con arroganza il versamento della marchetta di coesione da 1,3 miliardi di franchi? Ma per chi ci prendono, per gli scemi del villaggio?
Prima dell’ultimo incontro con la presidenta della Commissione UE Ursula “sofà ” von der Leyen, Guy Parmelin ebbe a dichiarare, in modo alquanto infelice, che non sarebbe andato a Bruxelles “a fare il Boris Johnson”. Male! La cronaca quotidiana ci dimostra che avremmo proprio bisogno di un Boris Johnson. Ed in invece di troviamo con dei camerieri di Bruxelles.
Lorenzo Quadri