L’Italia istiga i propri disoccupati ad andare in Ticino!

Nei giorni scorsi si è molto parlato del servizio che Panorama ha dedicato alla Svizzera, o piuttosto ai vantaggi che comporterebbe, per gli italiani, trasferirsi in Svizzera.
Ed a ragione il servizio del settimanale ha fatto scalpore; al punto che a Lugano procurarsene una copia già il giorno dopo la pubblicazione era diventata un’impresa.
E’ infatti evidente che l’Italia sta incoraggiando gli italiani che non hanno lavoro in patria ad emigrare. Con la solita logica dello scarica barile.
Come la Penisola incoraggia, con tanto di “mancia”, i clandestini che dovrebbe gestire lei in base agli accordi di Dublino (che nel Belpaese vengono applicati a senso unico, come del resto tutto gli altri accordi internazionali) a migrare verso altri lidi (vedi le recenti proteste della Germania, ancora negli scorsi giorni), allo stesso modo tenta di far invadere la Svizzera dai propri concittadini che non ce la fanno a trovare un impiego nel loro paese, perché la situazione  italiana è ormai a livelli da Grecia. Basti pensare che la scorsa settimana Moody’s ha declassato quattro regioni italiane, tra cui il Piemonte (!), a “spazzatura”.
Ecco dunque che la Svizzera viene descritta come il paese del Bengodi con tanto di testimonianze di cittadini italiani che si sono trasferiti, o fanno i frontalieri, da noi. Poco importa se le testimonianze siano state riportate fedelmente o siano state taroccate all’uopo, il messaggio è chiaro: in Svizzera – che per gli italiani vuol dire in Ticino – c’è lavoro per tutti.
Invasi e presi a pesci in faccia
Si conferma dunque, per l’ennesima volta, quello che il Mattino scrive da tempo: ossia che la vicina ed ex amica Penisola ci fa invadere da padroncini e frontalieri, ma poi non perde occasione per prenderci a pesci in faccia a suon di black list illegali, di attacchi alla nostra piazza finanziaria, di violazioni della nostra sovranità territoriale, di atteggiamenti gradassi, di prese per i fondelli (vedi cantiere Stabio-Arcisate), e via elencando.
E’ chiaro che veniamo considerati terra di conquista: atteggiamento che viene confermato in mille modi perché tanto, si dicono Oltreconfine, gli svizzerotti sono fessi al punto che, per paura di passare per razzisti, lasciano a casa “i loro” per fare spazio a frontalieri e padroncini.
Che l’obiettivo italiano sia quello di scaricare sul gobbo del Ticino i propri disoccupati e di spingere i giovani ad emigrare nel nostro mercato del lavoro, col risultato di escludere i residenti perché posto per tutti non ce n’è, contrariamente alle panzane di Panorama, è plateale: l’articolo del settimanale contiene pure, in bella evidenza, le istruzioni per l’uso per fare il frontaliere o per trasferirsi da noi.
E quella del “newsmagazine” non è un’iniziativa isolata. Infatti nei giorni precedenti la trasmissione televisiva Ballarò di RAI 3 ha mandato in onda un servizio dai toni e dagli scopi analoghi. Svizzera paese del Bengodi, e avanti con l’invasione. Del resto in Italia i tassi di disoccupazione giovanile hanno raggiunto livelli spagnoli, e allora che si fa? Si cerca di dare un futuro ai proprio giovani in patria? No di certo. Molto più facile incoraggiare i giovani italiani ad emigrare in Eldoradi, veri o presunti che siano. E se questi Eldoradi sono appena fuori confine tanto di guadagnato. Così il problema si creerà altrove.
Davanti a questa situazione di emergenza, è indispensabile ed urgente trasmettere verso sud un messaggio chiaro: non siamo terra di conquista, ed intendiamo difenderci. Altrimenti andiamo incontro alla catastrofe. E invece la SECO per tutta risposta cosa fa? Prende posizione dicendo che non si possono eliminare nemmeno le notifiche online per i padroncini perché ciò costituirebbe una violazione del principio della reciprocità, principio peraltro del tutto inesistente. Quindi invece di contrastare l’invasione si ribadisce la volontà di stendere tappeti rossi.
Se queste sono le premesse…