Il Consiglio degli Stati affossa l’iniziativa contro la dissimulazione del viso 

Anche il rappresentante ticinese targato PLR alla Camera dei Cantoni, vota contro la volontà del 65% dei cittadini del suo Cantone

E ti pareva! Il Consiglio degli Stati a larghissima maggioranza – 29 favorevoli, 9 contrari e 4 astenuti – ha respinto un’iniziativa parlamentare (del deputato Udc Walter Wobmann) che chiedeva l’introduzione del divieto di burqa a livello nazionale. Invece la Camera del popolo lo scorso settembre quella stessa iniziativa l’aveva approvata, seppur a maggioranza risicata.

Intanto l’iniziativa popolare contro il velo integrale è in fase di raccolta firme, di modo che con tutta probabilità saranno i cittadini a decidere sul tema.

Il giorno dopo la festa della donna…

I signori senatori e le signore senatrici politikamente korretti/e hanno dunque messo a segno una nuova operazione all’insegna del tafazzismo. Per l’effimera goduria di aver asfaltato l’odiata “destra xenofoba” si sono sparati negli zebedej. Non ci vuole infatti la sfera di cristallo per prevedere che, in votazione popolare, i senatori sostenitori del burqa verranno asfaltati.

Certo che in politica la “coerenza” la fa come sempre da padrona: il giorno prima (8 marzo) tutti a regalare mimose e a sciacquarsi la bocca con i diritti della donna (naturalmente a scopo di campagna elettorale) e le deputate addirittura sferruzzavano orrendi berretti rosa. Invece il 9 marzo, passata la festa gabbato lo santo: pur di non riconoscere che l’odiata “destra xenofoba” ha RAGIONE, tutti a votare per il burqa: quindi per l’oppressione della donna, per l’estremismo islamico, per l’islamizzazione della Svizzera. E che dire delle senatrici che appoggiano il burqa in nome delle aperture e della multikulturalità completamente fallita? Forse a loro stesse non toccherà. Ma quando le loro figlie e nipoti saranno costrette – in Svizzera, non in Pakistan – a girare nascoste sotto uno straccio, sapranno chi ringraziare.

La coerenza della partitocrazia

La Camera alta ha poi fornito una serie di “perle”. Quando si trattava di concedere la garanzia federale (uella) alla modifica costituzionale antiburqa votata dal popolo ticinese, svariati politicanti dei partiti $torici (soprattutto a $inistra) oltre a manifestare la propria schifata contrarietà di principio a qualsiasi iniziativa che affermasse i valori occidentali nei confronti di immigrati in arrivo da paesi lontani (perché bisogna essere aperti, multikulti e calabraghe) blateravano che non aveva senso introdurre il divieto in un Cantone: la dissimulazione del viso avrebbe semmai dovuto essere proibita a livello federale. E adesso che si tratta di votare un divieto federale, qual è il pretesto per non votarlo? Che devono decidere i Cantoni! Apperò!

PLR ancora contro il Ticino

Ciliegiona sulla torta. Tra quanti hanno votato contro il divieto di burqa c’è pure il senatore liblab Fabio Abate. Ancora una volta dunque il rappresentante ticinese PLR alla Camera dei Cantoni vota contro la volontà del 65% dei votanti del suo Cantone, che il divieto di burqa l’hanno plebiscitato. Si ripete dunque quanto accaduto con il 9 febbraio. Altro che rappresentare il Ticino a Berna! Com’era il nuovo slogan? PLR vicino alla gente? Per fortuna! Ancora una volta, l’ex partitone dimostra di essere contro la gente. I ticinesi faranno bene a prenderne nota.

Lorenzo Quadri