Ma i frontalieri si sindacalizzano, e gli affari sono affari, anche a $inistra. Come dire: rossi sì, ma scemi no!

Ma guarda un po’: i kompagni di UNIA insistono nel farsi paladini delle frontiere spalancate, che fa tanto internazionale $ocialista, e dell’immigrazione senza limiti. Naturalmente pro-sacoccia, e raccontando un sacco di fanfaluche.

Premessa che UNIA e P$ sono intercambiabili, scrivono i kompagni: “Se la popolazione sprovvista di passaporto rossocrociato lasciasse la Confederazione, il nostro (?) Paese si troverebbe in una situazione difficile”. Facendo una battuta, si potrebbe dire che anche i kompagni, così come l’odiata destra, in realtà puntano a diminuire il numero degli stranieri: facendoli diventare tutti svizzeri.

Al di là di questo, la domanda che nasce spontanea davanti alla dichiarazione di UNIA testé citata è: “o kompagni, ma ci siete o ci fate?”. Forse che qualcuno ha mai detto che tutti gli stranieri devono lasciare la Svizzera? Forse che l’iniziativa Contro l’immigrazione di massa prevede qualcosa del genere? Forse che l’iniziativa in questione chiede uno stop tout-court all’immigrazione? Risposta: no.

Immigrazione di massa

Ed infatti l’iniziativa approvata dal popolo lo scorso 9 febbraio asfaltando il P$ ed i $indakati rossi che facevano campagna contro, si chiama, per l’appunto, iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. Non “contro l’immigrazione” e basta. C’è una bella differenza tra le due cose, ma i populisti di $inistra fanno finta di non vederla, o forse proprio non sono in grado di vederla, accecati dall’ideologia e dall’odio nei confronti di tutto ciò che puzzi anche solo vagamente di nazionalismo. Perché per loro, gli internazionalisti spalancatori di frontiere, le nazioni devono cessare di esistere, così decide tutto una manica di biechi burocrati di Bruxelles non eletti da nessuno ed oltretutto schiavi dei “poteri forti” che stanno affamando intere nazioni. Non si capisce come la $inistra nostrana possa promuovere attivamente un simile disegno, ma tant’è.

Esclusione

L’iniziativa votata dal popolo  un trimestre fa, e quindi il nuovo articolo 121a della Costituzione federale, non dice che non deve più arrivare neanche un immigrato o che tutti gli stranieri residenti in Svizzera verranno allontanati.

L’iniziativa – e da tre mesi la Costituzione – dicono che l’immigrazione non può essere selvaggia; nemmeno in quella in arrivo dai paesi UE di cui, per fortuna e con grandi travasi di bile dei kompagni internazionalisti, spalancatori di frontiere e rottamatori della Svizzera, non facciamo parte. Iniziativa e Costituzione dicono invece che l’immigrazione va controllata. L’immigrazione non deve quindi portare all’esclusione dal mercato del lavoro – e quindi all’esclusione sociale – dei residenti a vantaggio degli immigrati o dei frontalieri, come invece accade attualmente ed in particolare in Ticino. Ma tu guarda questi $ocialisti: si riempiono la bocca con termini quali “integrazione” o “inclusione” (che fa anche più figo) e poi sono a favore dell’esclusione dei residenti?

Business is business

Perché i sindacalisti, che per professione dovrebbero difendere i lavoratori, si schierano contro la priorità dei lavoratori residenti, ovvero contro l’unica difesa efficace dalla sostituzione e  dal dumping salariale?

Perché si schierano a favore dell’invasione dei frontalieri quando è ormai chiaro in tutte le salse che questa comporta per chi vive in Ticino una catastrofe occupazionale e sociale? La risposta è semplice; e si chiama danée. Gli immigrati ed anche i frontalieri si sindacalizzano e pagano le loro belle quote, che permettono ai dirigenti sindacali di incassare stipendi, garantiti a vita, che sono dei multipli dei famosi 4000 Fr mensili con cui la $inistra da mesi si sciacqua la bocca. Anzi magari i frontalieri, percependo la loro situazione occupazionale come precaria, sono più propensi a sindacalizzarsi.

Quindi nelle tasche di  UNIA e Co grazie al frontalierato entrano tanti bei soldoni (che poi vengono utilizzati anche per finanziare campagne politiche contrarie agli interessi degli svizzeri). Non si pretenderà che i sindacalisti seghino il ramo su cui sono appollaiati limitando l’afflusso di frontalieri? Gli affari sono affari: anche a $inistra. Rossi sì, ma scemi no.

Da qui i contorsionismi per giustificare una posizione che è oggettivamente ingiustificabile. Ragione per cui non rimane che andare a rifugiarsi nel mantra delle solite stucchevoli accuse di populismo, di xenofobia oppure delle balle manifeste (come quella che qualcuno vorrebbe bloccare integralmente l’immigrazione o espellere tutti gli stranieri dalla Svizzera).

Ma in casa UNIA non l’hanno ancora capito che non attacca?

Lorenzo Quadri