Ma i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale, sono lì a fare gli interessi di chi?
Ma tu guarda i casi della vita. Proprio mentre, con incredibile faccia di tolla, i camerieri dell’UE in Consiglio federale confermavano il versamento del cosiddetto “miliardo di coesione” – in realtà 1.3 miliardi – ai balivi di Bruxelles, che per tutto ringraziamento ci ricattano, dall’AVS arriva la seguente notizia: l’anno di disgrazia 2017 chiuderà con un deficit di oltre un miliardo di Fr. Ah ecco: l’AVS ha un buco di un miliardo, ma i sette vogliono regalare 1.3 miliardi dei nostri soldi all’Unione europea. Lo scandalo è palese. Per i camerieri dell’UE prima vengono le operazioni di zerbinaggio a Bruxelles, dopo, forse, le assicurazioni sociali degli svizzeri.
Non uno straccio di vantaggio
E’ chiaro che di regalare miliardi di “coesione” all’UE non se ne parla nemmeno. Tanto più che questi contributi non ci portano uno straccio di vantaggio. Possiamo ben parlare con cognizione di causa avendone già versati in precedenza, senza alcun esito. L’unica operazione per cui avremmo avuto un qualche interesse a versare un contributo è il famoso muro sul confine giustamente eretto dall’Ungheria per fermare il flusso di finti rifugiati con lo smartphone. Invece, proprio a seguito del muro, i $inistrati hanno chiesto al Consiglio federale di bloccare i versamenti dei contributi di coesione all’Ungheria… naturalmente dopo che erano già stati tutti pagati. Questa è la famosa serietà politica della gauche-caviar. Che poi pretende di montare in cattedra a calare lezioni. Perché loro, i kompagnuzzi – quelli che siedono alle Camere federali spesso e volentieri fanno i parlamentari professionisti – sono gli unici “bravi e preparati”. Gli altri invece sono tutti scemi.
Il buco si allarga
Interessante poi notare che il buco dell’AVS si allarga sempre più: nel 2014 il saldo negativo era di 320 milioni, nel 2015 di 559 e nel 2016 di 766. Adesso, appunto, è stato sforato il tetto del miliardo. La cosa però non deve dare adito a particolari crisi di panico. Perché? Perché basta tagliare sui regali all’estero, a partire proprio dagli 1.3 miliardi di coesione per gli eurobalivi, e sulla spesa per mantenere finti rifugiati con lo smartphone e altri migranti economici in assistenza, e le casse del primo pilastro si rimettono rapidamente in sesto.
“Ci pagano la pensione”?
A proposito, spalancatori di frontiere e fautori del fallimentare multikulti: com’era già la storiella dei migranti che ci pagherebbero le pensioni e quindi “devono entrare tutti”? Altro che pagarci le pensioni: i migranti non si pagano nemmeno loro, di pensioni. Anche perché spesso e volentieri non lavorano. E poi magari si fanno pure raggiungere da parenti prossimi, o presunti tali, tramite ricongiungimenti familiari farlocchi, con cui fare fessi gli svizzerotti (quelli che poi vengono accusati di essere “razzisti e xenofobi”). Alla fine nessuno lavora. Tutti si mettono a carico del nostro Stato sociale. E nümm a pagum.
Lorenzo Quadri