La consultazione sulla tassa di collegamento si è ormai trasformata in una “guerra di religione” dell’ex partitone e di parte del PPD contro l’odiata Lega
Ormai si avvicina l’appuntamento, assai nutrito, con le urne. 9 oggetti sono decisamente tanti. Diciamo pure che sono troppi. I temi cantonali sono quattro. Per evidenti motivi ideologici, tuttavia, si è sentito parlare quasi solo della “tassa di collegamento”. L’opposizione è andata ben al di là della valenza della tassa di questione. Essa infatti permetterebbe di incassare 18 milioni, a carico di 194 grandi generatori di traffico, e vincolati al potenziamento del trasporto pubblico. Ohibò: gli ambienti economici e i loro quotidiani di servizio si stracciano le vesti per questo modesto aggravio; però non hanno nulla da dire sull’aumento delle stime immobiliari deciso dal CdS. Eppure l’aumento delle stime peserà oltre il triplo della tassa di collegamento: vale a dire più di 60 milioni tra imposte comunali e cantonali. Apperò!
Aumento delle stime
E l’aumento delle stime, promosso dal ministro delle finanze PLR (nb: chi lo ha preceduto in tale carica, esponente sempre dello stesso partito, voleva fare di molto peggio) lo pagheranno non solo i più abbienti, come nel caso della tassa di collegamento. Lo pagheranno tutti i proprietari di una casetta o appartamento. E’ quindi evidente che l’avversione isterica del PLR e parte del PPD, e degli esponenti di questi partiti che sono stati piazzati nelle associazioni economiche, non è fondata su elementi obiettivi, che si possono condividere oppure no. E’ invece una cieca “guerra di religione” contro l’odiata Lega (rea di aver vinto le elezioni) e contro l’odiato leghista Zali. L’obiettivo è quella di farla alla Lega.
Comandano i 194?
Vedremo quindi presto se 194 grandi generatori di traffico, ed i loro danarosi titolari, oltre a dettare la linea in casa del PLR e di parte del PPD, saranno anche in grado di convincere i ticinesi a seguirli affossando quello che è, al momento, l’unico modo concreto per chiamare alla cassa i frontalieri e magari spingerli a condividere l’auto, evitando così di entrare tutti i giorni in Ticino uno per macchina. Certo non sarà la soluzione a tutti i problemi, ma è meglio del nulla: tanto più che i contrari alla tassa di collegamento non hanno proposto alcuna alternativa. Si sono limitati all’opposizione per partito preso.
Temi sanitari
Nel dibattito monopolizzato dalla tassa di collegamento si è parlato poco dei temi, pur della massima importanza, legati alla sanità. Ovvero la modifica della legge sull’ente ospedaliero cantonale e l’iniziativa popolare “giù le mani dagli ospedali”. La prima è da accettare; la seconda da respingere. Ne va dello sviluppo della sanità ticinese, che passa per una collaborazione tra pubblico e privato. In caso contrario, se non si sapranno unire le forze, si rischia di assistere ad un generale arretramento della sanità ticinese. Ad una perdita di competenze, di posizioni e ad una “fuga di cervelli”: perché le nostre strutture non saranno più interessanti per i primari di punta. A meno che l’obiettivo sia quello di tornare ai tempi in cui il miglior medico era il treno per Zurigo.
Di questi temi si è purtroppo parlato poco, col rischio di lasciare campo libero ai facili slogan dei populisti di $inistra; quelli che diventano cianotici solo a sentire la parola “privato”. Tuttavia, c’è ancora una settimana di tempo per votare Sì alla legge sull’EOC e No all’iniziativa “giù le mani dagli ospedali”: quest’ultima, invece di salvare gli ospedali, otterrebbe il risultato contrario. Un po’ come, a livello federale, l’iniziativa cosiddetta “A favore del servizio pubblico” che, se approvata, porterebbe invece allo sfascio del servizio pubblico, specie nelle regioni periferiche.
Lorenzo Quadri