I becchini del mercato del lavoro scendono in piazza a sbraitare slogan
Raramente un Primo Maggio è caduto in circostanze peggiori di quello appena trascorso! Il motivo è ben noto: la crisi economica ed occupazionale da stramaledetto virus cinese.
E’ manifesto che le paccate di miliardi di proprietà del contribuente che i politicanti hanno deciso di iniettare nell’economia serviranno ad apporre qualche cerotto qua e là. Ma non potranno evitare il disastro.
A breve termine la disoccupazione è destinata a schizzare verso l’altro. In particolare dalle nostre parti. E’ quindi VITALE che venga finalmente applicata la preferenza indigena votata dal popolo. I posti di lavoro in Ticino devono essere destinati prioritariamente ai ticinesi! Invece accade proprio il contrario: nel quarto trimestre del 2020 in questo sfigatissimo Cantone sono andati persi ben 4200 impieghi. Però, in contemporanea, i frontalieri hanno raggiunto la cifra record di 70’115!
Quale altro paese al MONDO tollererebbe una situazione del genere?
CHI invece, non contento di aver provocato la deleteria sostituzione di lavoratori indigeni con permessi G, vuole che la piaga prosegua anche in periodo di crisi nera? CHI continua a difendere l’invasione da sud? La partitocrazia eurolecchina,ovviamente! Ed in prima linea, ma guarda un po’, c’è proprio la $inistra $indakale, sempre schierata dalla parte dei frontalieri! Quella che ieri era in piazza (tre gatti) a scandire slogan ritriti! Questi kompagni sono i BECCHINI del mercato del lavoro ticinese! Non certo i suoi salvatori!
Cari $inistrati, delle due l’una: o fate i sindacalisti, o fate gli immigrazionisti. Ma le due cose contemporaneamente… sa po’ mia!
Lorenzo Quadri
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