Per i nuovi velivoli non verranno chiesti soldi al cittadino, e nemmeno si dovrà rinunciare ad altre spese per finanziarli: acquisto, esercizio e manutenzione degli aerei sono infatti già coperti dal budget dell’esercito

Il 18 maggio i cittadini svizzeri saranno chiamati ad esprimersi sul fondo Gripen. In sostanza si tratta dell’acquisto di 22 aerei da combattimento svedesi, i Gripen appunto, dal costo complessivo di 3,1 miliardi di franchi. Certamente si tratta di una cifra importante. Che però va riportata nel giusto contesto. Giova dunque procedere ad un paio di paragoni.

Ad esempio: per gli aiuti all’estero la Svizzera spende ogni anno 3.7 miliardi di franchi, quindi più del costo totale dei 22 Gripen.

Inoltre la spesa complessiva annua per il militare è diminuita di oltre un miliardo se paragonata a quella del 1990. Nel 1990 infatti per la difesa la Svizzera spendeva 5.87 miliardi, contro i 4.79 del 2013.

In altri settori l’evoluzione è stata ben diversa. La spesa per la formazione e la ricerca, ad esempio, è salita dai 2.91 miliardi del 1990 ai 6.89 del  2013. Per il traffico si spendono 8,22 miliardi all’anno, contro i 4,62 di 24 anni fa. Per non parlare della spesa sociale, che è letteralmente esplosa tra il 1990 e il 2013: da 6.87 miliardi a 21,11: piĂą del triplo! Poco ma sicuro che in questa situazione l’immigrazione scriteriata di stranieri che ci tocca mantenere ha giocato un ruolo mica da ridere…

Altra cosa importante da dire che è i 22 Gripen verrebbero ammortizzati sull’arco di 30 anni con un onere di circa 100 milioni all’anno. Costo che verrà sostenuto tramite il budget ordinario del Dipartimento della difesa. Traduzione: NON vengono chiesti soldi in più per i Gripen e nemmeno si dovranno tagliare altre spese per finanziare i nuovi velivoli. Questo va detto forte e chiaro; e chi sostiene il contrario mente in chiave populista.

Fumogeni

Per creare cortine fumogene e sviare l’attenzione, gli avversari dei Gripen – che sono poi quelli che vorrebbero smantellare l’esercito tout-court – si impegolano in disquisizioni tecniche sul modello di aereo, parlando di questioni tecniche che nemmeno conoscono (per certuni è un’abitudine). In realtà chi vuole far saltare l’acquisto dei nuovi velivoli vuole una sola cosa: sabotare il nostro esercito di milizia, azzopparlo di una componente essenziale. Smontarlo pezzo per pezzo. Per poi arrivare all’obiettivo, prefissato, di abolirlo. Un chiodo fisso dei $inistri che da decenni tornano alla carica, a volte apertamente, a volte in modo più subdolo (ad esempio chiedendo di abolire la milizia, o le armi legali al domicilio). Adesso attaccano l’esercito dall’alto: tentando di smantellare le forze aeree.

Non sottovalutiamo la sicurezza

E’ chiaro che non esiste un esercito credibile senza un’aviazione credibile. Bisogna essere in grado di difendersi non solo dalle minacce che vengono da terra, ma anche da quelle in arrivo dal cielo. Gli attuali Tiger, che verrebbero sostituiti dai Gripen, hanno quasi 40 anni. Ben si comprende come la loro efficienza sia ormai limitata. Rinunciare all’acquisto dei Gripen equivarrebbe a lasciare la nostra difesa senza tetto.

 Privare l’esercito – che garantisce la nostra sicurezza, presupposto basilare di benessere ed autonomia – di una componente essenziale significa porre i presupposti per il suo smantellamento. Lo spazio aereo svizzero è piccolo: per questo necessita di sorveglianza costante e prontezza di intervento. Non prendiamo alla leggera la sicurezza del Paese: perchĂ© c’è chi è pronto ad approfittarsene. Il 18 maggio votiamo SI al Fondo Gripen.

Lorenzo Quadri