Dal sondaggio del GdP un campanello d’allarme: dobbiamo mobilitarci

Gli indecisi lo sappiano: non votare Lega è come votare P$!

 

I sondaggi pre-elettorali non vanno presi per oro colato, certo. Ma non vanno nemmeno snobbati. Sarebbe una leggerezza pericolosa.

I sondaggi, ancora una volta – ormai sta diventando un’abitudine – ci dicono che noi leghisti dobbiamo remare. Per il Consiglio nazionale si ripete lo scenario di aprile: il secondo seggio si gioca su poche schede.

 

Decisioni fondamentali

Che non si potesse dormire sugli allori lo sapevamo già. Il campanello d’allarme suonato dal sondaggio del GdP deve spronare, ancora una volta, alla mobilitazione del popolo leghista.

Lo sappiamo che elezioni federali sono meno “sentite” di quelle cantonali, e che Berna sembra lontana. Ma, come abbiamo detto più volte, nei prossimi anni si prenderanno delle decisioni fondamentali per il futuro di questo sempre meno ridente Cantone e del suo mercato del lavoro. E queste decisioni – in particolare per quel che riguarda i rapporti con gli eurofalliti di Bruxelles e la concretizzazione del 9 febbraio – verranno prese a Berna.

 

Vittoria storica

E allora ricordiamoci bene che soltanto Lega ed Udc hanno promosso l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. Sole contro tutti, l’hanno portata alla vittoria trionfale in Ticino, dove ha raccolto il 70% dei consensi. Questo voto ha influenzato il risultato a livello nazionale. Blocher, quando nelle scorse settimane è arrivato a Lugano per lanciare la campagna elettorale di Battista Ghiggia, lo ha detto a chiare lettere: “Il Ticino ha salvato la Svizzera”.

Quella del 9 febbraio è stata una vittoria storica. I cittadini hanno sconfessato – cosa finora mai accaduta – la svendita della Svizzera all’Unione europea, da anni portata avanti dalla giuliva maggioranza politica euroturbo PLR-PPDog-P$.

 

Premiare i rottamatori della Svizzera?

Cosa pensate che succederebbe se i ticinesi alle elezioni federali togliessero un seggio alla Lega per darlo addirittura al P$? Ovvero se mandassero a Berna, al posto di un leghista, l’esponente di un partito che ha sempre predicato le frontiere spalancate, e chi è contrario è un becero populista e razzista? Di un partito che ha fatto campagna dura contro il 9 febbraio perché vuole la libera circolazione senza limiti? Di un partito il cui Consigliere di Stato Manuele Bertoli, ma anche il presidente nazionale Christian Levrat, ha detto in tutte le salse che bisogna rifare il “maledetto voto”? Di un partito nel cui programma si trova l’adesione all’UE, oltre che l’abolizione dell’esercito? Di un partito che ha organizzato manifestazioni a sostegno dei frontalieri? Di un partito che vuole spalancare le frontiere ai finti rifugiati? Di un partito che ha portato in Consiglio federale la disastrosa ministra del 5% Widmer Schlumpf e che intende pistonarla ancora?

Quel 70% di ticinesi che ha portato in trionfo il 9 febbraio, può voler premiare elettoralmente chi fa tutto il contrario di quel che vorrebbe la grande maggioranza dei votanti di questo ridente Cantone?

Può un Cantone che su UE, immigrazione, sicurezza, eccetera, vota sempre in un certo modo, cambiare improvvisamente rotta proprio quando si tratta di eleggere i propri rappresentanti a Berna – dove si decidono esattamente questi temi?

 

La tomba del 9 febbraio

Su una cosa dobbiamo essere in chiaro. Se il 18 ottobre le urne premiassero il P$ a scapito della Lega, ciò costituirebbe la tomba del 9 febbraio. Il messaggio che varcherebbe il Gottardo sarebbe inequivocabile: “Vedete? I Ticinesi non credono più al loro voto: hanno addirittura premiato chi vuole l’adesione della Svizzera all’UE. Si sono resi conto che limitare la devastante libera circolazione “sa po’ mia”. Hanno capito che devono farsi invadere e tacere. E, se non c’è più lavoro, devono rassegnarsi ad emigrare, come disse il Beltrasereno direttore del DSS. Quindi, se i ticinesi, principali sostenitori del 9 febbraio, gli hanno voltato le spalle, adesso c’è licenza di affossamento”.

E’ questo che vogliamo? Dopo anni di lotte, dopo aver finalmente messo in crisi i rottamatori della Svizzera, quelli che ci stanno portando nell’UE con la tattica del salame, vogliamo calare le braghe e dire che abbiamo scherzato? Perché è proprio questo che accadrà se il 18 ottobre la Lega dovesse perdere un seggio a vantaggio di un partito euroturbo e spalancatore di frontiere come il P$!

 

Servono schede Lega!

Se, come ticinesi, NON vogliamo gettare alle ortiche una vittoria storica, e tutte le legittime aspettative e speranze che essa ha suscitato, il 18 ottobre servono schede della Lega. Ancora una volta, il popolo leghista si deve mobilitare compatto! E chi è indeciso lo sappia: se non vota Lega è come se votasse P$!

Lorenzo Quadri