In quest’alba del 2012, la politica federale non promette granché di buono. Il Consiglio federale, tanto per cominciare, non è assolutamente rappresentativo della volontà popolare. Basti pensare che, contro ogni logica e contro ogni decenza, Eveline Widmer Schlumpf, esponente di un partito che ha il 5% dei consensi, ha mantenuto la cadrega in Consiglio federale. Una sconfitta preoccupante per la democrazia. E non ci si venga per favore a raccontare la storiella montata ad arte delle presunte competenze della signora. Nelle ultime settimane, non ne ha azzeccata una. Infatti:
– ha inferto un ulteriore colpo al segreto bancario, e quindi alla piazza finanziaria svizzera e ticinese ed ai suoi posti di lavoro, allargando ancora di più i criteri in base ai quali stati esteri possono ottenere informazioni sulle relazioni bancarie in Svizzera di loro concittadini;
– ha dichiarato, nel tentativo di ottenere lo sblocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri, che la situazione si sarebbe normalizzata. Infatti, le relazioni tra Svizzera ed Italia sono così “normalizzate” che sono ricomparsi alla frontiera i famigerati fiscovelox di tremontiana memoria;
– ha sostenuto ad oltranza l’ex presidente della BNS Philipp Hildebrand che infatti, un paio di giorni dopo, ha rassegnato le dimissioni.
Naturalmente Widmer Schlumpf non è l’unica a ciurlare nel manico. Simonetta Sommaruga ha disatteso tutte le promosse fatte di una soluzione rapida per il problema dei finti asilanti magrebini che stanno rendendo Chiasso, e non solo Chiasso, ogni giorno più invivibile. Ormai la popolazione è giunta al limite della sopportazione ma evidentemente, per la kompagna Simonetta, non ci sono particolari motivi per intervenire. Tanto del Ticino chissenefrega… E’ solo con davanti alle proteste della Svizzera interna che, se del caso, si reagisce.
Johann Schneider Ammann dal canto suo, per il tramite della sciagurata SECO, segretariato di Stato per l’economia, continua a negare ad oltranza gli sfracelli causati sul mercato del lavoro ticinese dalla libera circolazione delle persone. Infatti, malgrado le statistiche sulla disoccupazione siano state taroccate con la famigerata riforma LADI, facendo artificialmente sparire molti senza lavoro andati ad ingrossare le fila dell’assistenza, il tasso dei senza lavoro in Ticino è salito al 5.1%. A Lugano in pochi anni i ventenni in assistenza sono raddoppiati, il numero dei casi d’assistenza è salito dagli 800 di fine 2010 ai 900 del 2011, e questo mentre i frontalieri hanno ormai raggiunto lo stratosferico numero di 52mila e si registrano qualcosa come 20mila notifiche di lavoro di breve durata all’anno. Ma va da sé che, secondo la SECO e Schneider Ammann, non sta succedendo assolutamente nulla.
Didier Burkhalter da parte sua è scappato dal Dipartimento degli Interni, noto per essere particolarmente “rognoso”. E’ scappato, ma non prima di aver rimediato una figura barbina sui premi di cassa malati del 2012. I Ticinesi vengono depredati dagli assicuratori malattia, uno studio lo dimostra, ma per Burkhalter va bene così.
Dopo la poco gloriosa ritirata dagli Interni, il ministro PLR si è preso gli Affari esteri. Dipartimento, questo, che ha la reputazione di contare poco. Eppure i rapporti con l’UE sono uno dei principali temi della politica elvetica. Ed al proposito c’è ben poco da stare allegri; non solo per i precedenti agli Interni, ma anche perché Burkhalter ha noto quale euro turbo. Ed è l’ultima cosa di cui il nostro paese ha bisogno. Avanti così…