Ma guarda un po’! Contro l’iniziativa d’attuazione monta la panna europeista e politikamente korretta.
Sull’iniziativa d’attuazione voteremo il 28 febbraio. Essa chiede l’applicazione corretta del precedente voto sull’espulsione degli stranieri che delinquono o che abusano dello Stato sociale. Un voto che risale all’ormai lontano novembre 2010. Eppure ancora non è realtà. Dopo anni di melina, infatti, il parlamento federale l’ha stravolto, inserendo una clausola di rigore che ha solo l’apparenza della ragionevolezza. In effetti, tramite questa clausola, si fornisce ai giudici l’appiglio per non espellere chi i cittadini hanno deciso che va espulso. Quindi si vanifica, ancora una volta, la volontà popolare. Ed è inutile che adesso i politikamente korretti si mettano a frignare sulle “iniziative destabilizzanti”. Se si volevano evitare iniziative “destabilizzanti” (uuuuh, che pagüüüüraaa!) bisognava pensarci prima. Bisognava applicare la volontà popolare. Invece, ancora una volta, si è pensato di poter uccellare gli svizzerotti (che tanto sono fessi e non si accorgono di niente). Adesso si paga pegno.

Le strane tesi di Swissmen
Tra chi è sceso in campo contro l’iniziativa d’attuazione si segnala Swissmem, ossia l’organizzazione dell’industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica. Cosa c’entri Swissmem con l’espulsione dei criminali stranieri non è molto chiaro. Bislacchi sono pure gli “argomenti contro” utilizzati. Ossia:

1) l’iniziativa indebolisce la certezza giuridica. Balle di fra’ Luca. E’ vero esattamente il contrario. L’iniziativa crea certezza. Infatti, elenca con precisione in quali casi uno straniero deve venire espulso senza se né ma. A creare incertezza sono semmai le scappatoie inventate dalla maggioranza parlamentare.
2) l’iniziativa nuocerebbe all’economia. Se ne deve dedurre che invece, secondo i “padroni delle ferriere”, la presenza di delinquenti stranieri e di approfittatori sociali giova all’economia? Strano: la sicurezza dovrebbe essere una condizione quadro fondamentale anche per lo sviluppo economico. L’economia ha peraltro sempre sostenuto (correttamente) questa tesi. Invece adesso arriva, improvviso, il salto della quaglia. Come spiegarlo? Qui giunge provvidenziale il terzo argomento di Swissmem, ovvero:
3) l’iniziativa mette “a dura prova le relazioni già fragili con l’UE”. Ah ecco, è questo il vero punto. L’iniziativa afferma la sovranità Svizzera. Pertanto, è un ostacolo alla svendita del Paese agli eurobalivi e quindi alla libera circolazione delle persone senza alcun limite, grazie alla quale i padroni del vapore possono assumere stranieri a buon mercato lasciando a casa i cittadini elvetici. Ecco dunque chiarita la contrarietà di taluni ambienti economici, sabotatori del 9 febbraio, all’iniziativa d’attuazione.

Due milioni di delinquenti?
Ma a raccontare fregnacce contro l’iniziativa d’attuazione sono in tanti. Ed infatti all’appello non poteva mancare (non poteva proprio?) il P$ migranti. Cioè la sezione del partito $ocialista che si occupa, per l’appunto, di immigrati. Che la $inistra voglia le naturalizzazioni facili nella speranza di aumentare il proprio elettorato con i neo svizzeri, è ormai chiaro. Si dimentica, però, che ci sono dei naturalizzati che hanno compiuto questo passo perché nel nostro paese ci credono: dunque, non saranno certo loro ad appoggiare i suoi rottamatori.

Ma sentiamo la teoria dei kompagni spalancatori di frontiere: “l’iniziativa d’attuazione minaccia il diritto di soggiorno di due milioni di persone in Svizzera”. Ohibò. Forse, di tanto in tanto, sarebbe consigliabile spararle meno grosse. Da dove saltano fuori quei due milioni? Facile: è il numero totale degli stranieri presenti in Svizzera, ossia il 25% della popolazione residente (nessun altro Stato europeo ha un tasso così elevato). Sicché, nel loro isterismo pro-immigrazione, i kompagni trattano tutti gli stranieri presenti nel nostro paese come dei potenziali criminali e/o abusatori di prestazioni sociali. Il che è una diffamazione evidente. Perdindirindina: $inistra populista e razzista?
Appelli a go-go
La ciliegina sulla torta la mettono 150 professori di diritto delle Università svizzere che, non avendo di meglio da fare, hanno sottoscritto un appello contro l’iniziativa. Ennesimo esempio di specialisti politicizzati che abusano delle proprie credenziali accademiche per spacciare per pareri scientifici quelle che sono, invece, delle prese di posizione politiche. Chissà perché, infatti, questi pareri di presunti luminari vanno sempre in una stessa direzione, ossia quella delle frontiere spalancate, del “dobbiamo aprirci” e della sudditanza nei confronti degli eurofalliti?

E non dimentichiamo, infine, i 40 Consiglieri agli Stati – ovvero la totalità dei senatori, tranne quelli dell’Udc – che hanno firmato un documento contro l’iniziativa d’attuazione. Tra questi 40, fanno brutta mostra di sé i due ticinesi che, ancora una volta, prendono posizione contro il Cantone che dovrebbero rappresentare. Infatti, i Ticinesi l’espulsione degli stranieri che delinquono l’hanno votata. Eppure i loro rappresentanti (?) alla Camera dei Cantoni – un radicale ed un PPD – la vogliono sabotare.

Morale della favola: il 28 febbraio asfaltiamo chi vuole obbligarci a tenere in casa i delinquenti stranieri.
Lorenzo Quadri