L’espulsione degli stranieri che delinquono o che abusano del nostro Stato sociale è stata votata dal popolo nell’ormai lontano novembre del 2010. Però non è ancora diventata realtà. Perché, “stranamente”, a Berna si fa melina. I voti popolari che smentiscono gli spalancatori di frontiere vanno sabotati. Questa è la parola d’ordine. Lo vediamo con il 9 febbraio e lo vediamo con l’espulsione dei criminali stranieri. E, che su quest’ultimo tema la politica stesse facendo melina, è emerso quasi subito dopo la votazione del 2010. Per questo l’Udc ha lanciato la cosiddetta “iniziativa d’attuazione”. Essa indica in modo preciso quali reati portano all’espulsione dello straniero se commessi una sola volta, e quali vi portano in caso di recidiva (come nel calcio, c’è il cartellino rosso ed il cartellino giallo). Questa iniziativa è stata subito un successo strepitoso: in meno di 5 mesi sono infatti state raccolte quasi 160mila firme valide. Un vero record, che conferma quale sia la volontà popolare. Sull’iniziativa di attuazione saremo chiamati a votare il prossimo 28 febbraio (assieme al traforo di risanamento del San Gottardo).
Istituzioni inadempienti
Ancora una volta, dunque, il popolo si trova a sostituirsi alle istituzioni inadempienti. Inadempienti perché? Perché, dopo anni di melina, il parlamento ha deciso sì di dar seguito all’espulsione dei delinquenti stranieri votata nel 2010, ma lo ha fatto in modo del tutto inadeguato, con il chiaro obiettivo di uccellare i votanti. Infatti ha introdotto una clausola di rigore. La quale permetterebbe, se diventasse realtà, ai giudici di trovare sempre una scusa per non procedere all’espulsione. Siamo dunque alla consueta presa in giro.
E intanto che la politica fa melina, i delinquenti stranieri rimangono in Svizzera, ridendosela a bocca larga degli svizzerotti che votano una cosa e poi vengono infinocchiati dai loro stessi governanti.
Altro che “falso problema”!
E osiamo sperare che nessuno abbia la tolla di venire a dire che gli stranieri che delinquono sono un falso problema inventato dai soliti populisti e razzisti.
Ad esempio: di recente è diventato di pubblico dominio tramite un portale online un fattaccio avvenuto in pieno centro Lugano a metà dicembre. L’ennesimo bravo giovane straniero perfettamente integrato – nel concreto un 18enne dominicano con precedenti penali notori – assieme al suo amico ucraino ha aggredito per motivi futili un 19enne. Il quale è uscito con la faccia fratturata in più punti. Si è dovuto sottoporre ad un intervento e dovrà affrontarne altri.
Ebbene, è evidente che il “bravo giovane” dominicano non deve poter rimanere in Svizzera. Ne ha fatte troppe e troppo grosse. Va espulso senza se né ma. Ed il suo non è certo un caso isolato. Perché del mantra dei “casi isolati” cominciamo ad averne piene le “scuffie”. Basti pensare che, a livello federale, il 70% degli “ospiti” delle lussuose prigioni elvetiche non ha il passaporto rosso. In Ticino raggiungiamo allegramente anche picchi dell’80%. E’ dunque palese che il nostro regime carcerario non ha effetto deterrente.
Anche gli stranieri onesti…
Ancora un volta, ma tu guarda i casi della vita, tutte le forze politiche tranne Udc e Lega combattono l’iniziativa d’attuazione. A partire dai kompagni che, proprio come alle elezioni, si rivolgono ai naturalizzati. Ai partiti $torici sta bene che gli svizzeri, ed anche gli stranieri onesti che vivono nel nostro paese, siano costretti a tollerare la presenza di immigrati che si macchiano di crimini gravi (non stiamo parlando di furti di ciliegie) o che abusano dello stato sociale. L’espulsione delle pecore nere è anche nell’interesse degli stranieri onesti. Quindi è inutile che i soliti spalancatori di frontiere si mettano a starnazzare al “razzismo”, visto che qui stiamo parlando dell’espulsione di delinquenti. Se del caso, non ci vergogniamo certamente di essere “razzisti” nei confronti di criminali e approfittatori.
Sicurezza e “condizioni quadro”
La sicurezza è uno dei più importanti pilastri del tanto declamato (declamato in particolare, ma guarda un po’, da quei partiti di “centro” che non vogliono l’espulsione dei delinquenti stranieri) “modello di successo svizzero”.
Se la Svizzera perde la sicurezza, perde tutto. Se vogliamo evitarlo, e se vogliamo darci un taglio con la “Svizzera paese del Bengodi per delinquenti stranieri” dobbiamo votare un Sì convinto all’iniziativa d’attuazione il prossimo 28 febbraio.
Lorenzo Quadri