Asfaltata la casta euroturbo che sogna di trasformarci in una colonia di Bruxelles
Ma guarda un po’, secondo un sondaggio realizzato da Marketagent Svizzera, solo il 16% dei cittadini elvetici vorrebbe l’adesione alla fallita UE. L’indagine è stata condotta su un campione di 1000 persone, in Romandia ed in Svizzera tedesca. Come al solito, dunque, il Ticino viene tagliato fuori. E sì che su un tema del genere questo sfigatissimo Cantone, devastato dall’invasione da sud voluta dalla partitocrazia, di cose da dire ne avrebbe parecchie!
Inoltre, sarebbe interessante sapere quanto svizzere sono le persone interpellate. E dunque, con tutta probabilità, i favorevoli all’adesione all’UE sono anche meno del 16%. Se raggiungono il 10% è già tanto!
Il programma P$
Però i $ocialisti vogliono che la Svizzera diventi uno Stato membro della DisUnione europea. Questo obiettivo figura da lungo tempo nel programma del partito. Ed i kompagni l’hanno ribadito ad oltranza nelle ultime settimane, dopo la decisione del governicchio federale di interrompere le trattative sullo sconcio accordo quadro istituzionale. E questo malgrado i $ocialistiticinesi, sperando di limitare i danni, abbiano tentato goffamente di relativizzare.
Il 10% di favorevoli all’adesione alla fallita UE significa due cose:
– Se alle elezioni i kompagni ottengono più del 10% dei consensi, vuol dire che i conti non tornano;
– il 90% degli svizzeri non ne vuole sapere di entrare nell’UE . Il giudizio è senza appello. (Anche a voler prendere per buone le cifre di Marketagent cambierebbe poco: l’84% di contrari sarebbero comunque un’enormità). Il messaggio a chi tenta di sdoganare l’adesione nascosta sotto mentite spoglie (ad esempio in veste di vergognosi trattati istituzionali) è inequivocabile.
Quel 60%…
Ma il sondaggio Marketagent (che dubitiamo sia un’agenzia di stampo leghista) dice anche un’altra cosa interessante: che quasi il 60% degli interpellati è d’accordo con la decisione del governicchio federale di interrompere le trattative sull’accordo quadro. Ma come: qualche mese fa, e meglio ad inizio maggio dell’anno di disgrazia 2021, non era uscita in pompa magna la consueta indagine farlocca dell’istituto gfs.bern secondo la quale quasi due terzi degli svizzeri sarebbero stati favorevoli all’accordo quadro? (Inutile dire che la stampa di regime, Pravda di Comanoin testa, è corsa immediatamente a fare da grancassa per i soliti scopi di lavaggio del cervello al popolazzo). E invece…
Prendere su e portare a casa!
E cos’ha adesso da dire la casta dei professorini di diritto internazionale? Quelli che hanno sbroccato contro la decisione di chiudere le trattative con gli eurobalivi tacciandola addirittura di anticostituzionalità?
Il Galletto abbassa la cresta
C’è anche un altro aspetto interessante della vicenda. Nei giorni scorsi il ministro degli esteri PLR (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis ha incontrato tale eurobalivo Johannes Hahn(Johannes chi?), responsabile per il bilancio, proprio con l’obiettivo di discutere sul futuro delle relazioni Svizzera-UE. Ilsopracitato Johannes Hahn non è persona del tutto sconosciuta. Già tre anni fa, nel settembre 2018, il buon “Giovanni Galletto”, che ai tempi si occupava dei rapporti dell’UE con i paesi vicini, si era “inalberato” con la Svizzera, rea di non aver ancora firmato il trattato coloniale. Il “Giovanni Galletto” (o GianGalletto per chi ama la brevità) addirittura – mandando in brodo di giuggiole la cricca euroturbo e la sua radioTV di servizio – minacciava ritorsioni europee “a manetta” e pretendeva la firma entro fine ottobre di quell’anno: quindi del 2018. Altrimenti gli svizzerotti avrebbero visto i sorci verdi!
Cosa è successo in realtà? Il termine perentoriamente assegnato dal “GianGalletto” per la firma è trascorso senza che nessuno se ne accorgesse. A dichiarare concluse le trattative con gli eurofalliti, oltre due anni e mezzo più tardi, è stata la Svizzera. Mica l’UE. E adesso lo stesso “GianGalletto”, abbassata la cresta, discute “cordialmente” con KrankenCassis. Sgonfiato come un palloncino!
Carte da giocare
Questo cosa vuol dire? Vuol dire che l’UE è consapevole dell’importanza dei rapporti con la Svizzera. Ed è altresì consapevole che il nostro paese di carte da giocare per farsi valere nei confronti di Bruxelles ne ha. Non solo facendo leva sulla devastante libera circolazione delle persone (vedi frontalierato con annessi e connessi), ma anche sull’accordo bilaterale sul traffico terrestre. Se quest’ultimo salta, per gli eurobalivi si mette male. Altro che usare la Svizzera come corridoio di transito a basso costo per TIR europei che si spostano da sud a nord e viceversa (ma per gli attraversamenti est-ovest vale la stessa cosa).
Quindi, col fischio che bisogna correre ad intavolare nuove discussioni su sconci accordi istituzionali! Nessun legame istituzionale con la DisUnione europea! Ed ovviamente, la marchetta da 1.3 miliardi rimane bloccata!
#swissexit