Continua il mobbing di Bruxelles per farci firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale
Dopo la sua improponibile uscita su chi finisce mangiato, l’ambasciatore dell’Unione europea Michael Matthiessen (Michael chi?) va dichiarato persona non grata in Svizzera
I balivi dell’UE continuano a minacciare ed a ricattare la Svizzera per farci firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale!
Ricordiamo per l’ennesima volta (repetita iuvant, come dicevano gli antichi romani) che accordo quadro significa ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE, giudici stranieri, direttiva comunitaria sulla cittadinanza, cancellazione delle misure accompagnatorie, fine delle banche cantonali con garanzia dello Stato, bisonti UE in transito parassitario sulle nostre strade di giorno e di notte, rottamazione anche della protezione animali, eccetera eccetera.
Arriva anche il tirapiedi
Dopo l’ormai scaduto “Grappino” Jucker ed i suoi subito-sotto, adesso le minacce ed i ricatti vengono pure dall’ambasciatore dall’UE a Berna, tale Michael Matthiessen (Michael chi?). Questo sconosciuto tirapiedi, come ha riportato il Blick nei giorni scorsi, ha avuto la tolla di dichiarare che “chi non si siede al tavolo, finisce sul menù”!In altre parole: Svizzerotti, se non collaborate verrete mangiati!E poi, avanti con le trite fregnacce sull’accesso ai mercati, che non si possono più sentire. Uhhh, che pagüüüraaa!
Però, davanti a questo vero e proprio affronto alla Svizzera, dai camerieri dell’UE in Consiglio federale nemmeno un cip! Zitti ed asserviti come sempre!
L’imprenditore
Come ha ben spiegato il patron di Swatch Nick Hayek, che di mercati ne capisce un po’ di più del galoppino Matthiessen ed anche dei membri del governicchio federale, le esportazioni dipendono sostanzialmente dalla qualità dei prodotti. Ed inoltre, l’economia elvetica ha sempre esportato, prima dei bilaterali esportava più di adesso. E non si vede motivo per cui, sempre per dirla con Hayek, dovremmo abbandonare (leggi: gettare nel water) il modello di successo svizzero – quello con cui i politicanti del triciclo eurolecchino amano riempirsi ipocritamente la bocca – per accodarci a fallimentari modelli UE! O meglio: il motivo purtroppo lo si vede benissimo. L’abitudine inveterata alla calata di braghe, ormai è sfociata nell’incapacità di fare altro.
La presa per i fondelli
Alle minacce, il giannizzero degli eurobalivi ha pure aggiunto le prese per i fondelli. In sprezzo del ridicolo, ha avuto il coraggio di lodare l’UE come una democrazia attiva (sic!). Qui si sta davvero disintegrando ogni limite di decenza. La cricca di Bruxelles è composta da scartine e trombati dei governi dei paesi membri, non eletti da nessuno, e la cui prima preoccupazione è proprio quella di togliere potere al popolo. E costoro hanno ancora il coraggio di sciacquarsi la bocca con la democrazia? E di farlo in casa nostra? Ma questo ambasciatore del piffero va rimandato al paesello per direttissima! Dichiarare persona non grata in Svizzera!
Dettagli
C’è però un’affermazione del galoppino UE a proposito dello sconcio trattato coloniale che prendiamo per buona. Questa: “Spesso ci si preoccupa troppo dei dettagli e si perde di vista il quadro d’insieme”. Ed infatti, nella sua ultima richiesta di chiarimenti (che, l’ha capito anche il Gigi di Viganello, serve solo a menare il can per l’aia in attesa delle elezioni federali) il Consiglio federale ha chiesto spiegazioni a Bruxelles su questioni di dettaglio, come le misure accompagnatorie, dimenticando (o piuttosto: facendo finta di dimenticare) gli aspetti importanti: la ripresa automatica del diritto UE ed i giudici stranieri. Perché qui mica si sta decidendo se i padroncini UE per lavorare in Svizzera dovranno attendere quattro giorni o otto. Nossignori. Si sta decidendo il futuro della Svizzera!
Nell’interesse di chi?
Le continue sbroccate degli eurobalivi dimostrano, al di là di ogni dubbio, chiha interesse a firmare quanto prima lo sconcio accordo quadro istituzionale: l’UE. Se, come cercano di farci credere i politicanti del triciclo PLR-PPD-P$$, il trattato in questione fosse un regalo che la grande e potente Unione europea, nella sua infinita magnanimità, fa alla piccola ed insignificante Svizzera, perché diamine gli eurocrati, ormai allo sbando, dovrebbero ricorrere ad oltranza alle minacce, ai ricatti ed agli ultimatum per costringerci a firmare?
Swissexit!
Intanto, sempre per la serie “ci si perde nei dettagli dimenticandosi delle cose importanti”: la Svizzera rimane sulla lista grigia UE dei paradisi fiscali. Lo ha confermato Bruxelles nei giorni scorsi. Un’evidente discriminazione nei confronti del nostro paese. Come peraltro il mancato riconoscimento dell’equivalenza borsistica. E noi regaliamo miliardi di coesione a chi ci discrimina e ci prende a pesci in faccia? In parlamento la partitocrazia aveva dichiarato pomposa che gli svizzerotti avrebbero versato la marchetta da 1.3 miliardi solo a condizione che Bruxelles non ci discriminasse. Adesso Bruxelles dimostra, ancora una volta, una chiara volontà discriminatoria. Però di bloccare il regalo miliardario non parla più nessuno. Chissà come mai, eh? Giù chinati a 90 gradi come al solito!
Cosa deve succedere ancora perché ci decidiamo finalmente a scendere dal pero ed a mandare affan… i balivi di Bruxelles? Altro che accordo quadro: Swissexit!
#votalegaoleuropatifrega
Lorenzo Quadri