In Ticino la spesa pubblica è fuori controllo, quindi le uscite aumentano. A causa delle difficoltà della piazza finanziaria, difficoltà strettamente legate alle calate di braghe bernesi della ministra del 5%, diminuiscono anche le entrate. La Consigliera federale non eletta ha infatti demolito il segreto bancario: quando eurobalivo comanda, cavallo Widmer Schlumpf trotta.  Il segreto bancario, lo ricordiamo per l’ennesima volta, fa parte della tutela della sfera privata: invece secondo Widmer Schlumpf è una scappatoia per evasori fiscali. Quindi tutti i cittadini svizzeri che hanno un conto in banca secondo la ministra del 5% sono degli evasori fino a prova del contrario.

Le difficoltà della piazza finanziaria, per le quali possiamo ringraziare la ministra del 5% e colleghi, hanno ripercussioni negative sul gettito fiscale sia delle persone giuridiche (aziende) sia di quelle fisiche (bancari lasciati a casa a poche unità per volta, per non dare troppo nell’occhio: ma tante gocce fanno un mare).

Di conseguenza i conti pubblici peggiorano. E allora il cantone cosa fa? Non riduce la spesa (perché a Bellinzona comanda il funzionariato ed il loro sindacato VPOD; inoltre dare mandati agli amici degli amici serve ai partiti $torici a conservare consensi, tanto il conto lo paga pantalone). Cerca, invece, di aumentare le entrate. Come? Ventilando aumenti dei valori di stima, col risultato di punire ancora una volta i proprietari della propria abitazione che ormai vengono trattati come mucche da mungere.
Altra tattica: aggravi fiscali ai globalisti. Anche qui bisogna essere cauti, perché i globalisti (ricchi stranieri residenti che non hanno un’attività professionale in Ticino e quindi pagano le imposte in base al dispendio) sono molto mobili. Possono spostare il domicilio in quattro e quatt’otto altrove. I globalisti portano alle casse cantonali e comunali ticinesi oltre 50 milioni di Fr all’anno. Ma non solo. I globalisti spendono in Ticino, fanno lavorare ditte ticinesi. Quindi creano indotti. La competitività fiscale del nostro Cantone (in generale) è già andata a ramengo. Vediamo quindi di non far scappare i migliori contribuenti.

I soldi invece vanno presi dai frontalieri. Ad esempio: l’ecotassa per frontalieri. Se 60mila frontalieri pagassero 500 Fr all’anno per l’usura che generano alle nostre strade, ci sarebbero 30 milioni di Fr. Altro esempio: il sistema fiscale dei frontalieri, che vanno imposti in base alle aliquote italiane, e al Ticino deve andare l’equivalente della totalità dell’aliquota elvetica. Anche qui, almeno 60 milioni di Fr all’anno di entrate extra. Poi i  nuovi permessi G. Con 60mila frontalieri, di nuovi permessi, per lo meno nel settore terziario, non ne dovrebbe venire rilasciato nemmeno uno. Ma probabilmente in questo ridente Cantone si aspetta di avere i disoccupati in piazza a spaccare le vetrine. E allora per lo meno si faccia pagare i permessi per stranieri (sia i nuovi permessi che i rinnovi) un prezzo molto più elevato di quello attuale. Anche qui si potrebbero introitare milioni di Fr, da investire nella promozione dell’occupazione dei TICINESI. Perché è questo il vero problema del Cantone. Non certo la contabilità del DFE.
Lorenzo Quadri