Il Comune argoviese di Oberwil-Lieli, di circa 2200 anime, nei giorni scorsi si è guadagnato fama internazionale. Per quale motivo? Il sindaco Andreas Glarner (Udc) ha rifiutato di accogliere richiedenti l’asilo su territorio comunale. Il municipio ha pure deciso di acquistare e demolire due stabili che sarebbero potuti entrare in linea di conto come potenziali centri di registrazione (vedi quello di Losone).
Chi può, paga
In effetti, la nuova legge sull’asilo, contro cui è stato promosso il referendum, conferisce amplissimi – ed ingiustificati – poteri al Dipartimento di giustizia e polizia, il quale può trasformare stabili di proprietà della Confederazione in centri asilanti senza che nessuno possa fare un cip. In effetti è il Dipartimento ad avviare le procedure, a decidere, e pure a fungere da autorità di ricorso. I diritti dei cittadini, dei Comuni e dei Cantoni sono allegramente snobbati. Sicché ad Oberwil-Lieli hanno scelto di giocare d’anticipo. Il sindaco ha chiarito che di asilanti, nel suo Comune, non ne vuole proprio. Risultato: il borgo dovrà pagare un’ammenda di 290mila Fr, ma evidentemente amministratori ed abitanti ritengono che il santo valga la candela. Le casse pubbliche sono piene. L’operazione si può fare.
Qualcosa salta all’occhio
L’autorità comunale di Oberwil – Lieli non si è dunque fatta troppi problemi. A tutela della propria tranquillità ha sfidato senza esitazioni la macchina del fango dei moralisti a senso unico, che non hanno mancato l’occasione per dipingere il bucolico villaggio argoviese come una specie di riserva nazista.
L’indifferenza nei confronti dei soliti squallidi ricatti morali da parte dei politikamente korretti è degna di ammirazione. Del resto, ci sono sufficienti comuni con maggioranze di $inistra che potranno mettere in pratica quel che predicano, facendosi carico anche degli asilanti che altri non vogliono.
Tuttavia qualcosa di storto salta all’occhio. La facoltà di decidere se si vogliono accettare o meno richiedenti l’asilo non è più una questa democratica. E’ una questione di soldi. Un privilegio per Comuni ricchi. Oberwil-Lieli ha potuto fare atto di disobbedienza civile perché può permettersi di pagare il conto senza fare una piega: ha contribuenti milionari a go-go. E chi questa disponibilità non l’ha?
Porte spalancate?
La questione si fa decisamente spessa per vari motivi. Il Consiglio federale rifiuta ostinatamente di sospendere gli accordi di Schengen, malgrado sempre più Stati UE scelgano di farlo. Il rischio è manifesto: far arrivare qui tutti i migranti economici, se altrove le porte sono chiuse. Visto che le frontiere spalancate ancora non bastavano a rendersi attrattivi, ecco che si introduce, con la nuova legge sull’asilo, pure il diritto di ricorso gratuito – ossia pagato dal contribuente svizzerotto – per tutti i richiedenti la cui domanda è stata respinta. Un diritto, quello dell’assistenza giudiziaria gratis “a prescindere” di cui non dispongono nemmeno i cittadini elvetici.
Jihadisti camuffati
Non c’è evidentemente alcuna garanzia che i migranti a cui si vogliono spalancare le porte – mica vorremmo farci etichettare come populisti e razzisti – siano dei veri perseguitati e non dei rifugiati economici.
In più nei giorni scorsi il capo del Dipartimento militare Ueli Maurer ha ammesso pubblicamente che tra i presunti profughi si nascondo jihadisti. Come si faccia a distinguerli dagli altri, non lo sa nessuno. Ecco dunque che l’esigenza di sospendere Schengen si fa sempre più impellente. Non tutti i Comuni sono Oberwil-Lieli: quanti emuli troverebbe il sindaco Glarner in Ticino?
Lorenzo Quadri