Finti asilanti, avanti con i deterrenti
Dalla scorsa fine luglio in quel di Bellinzona, e meglio in via San Gottardo 58, è aperto – senza troppo clamore – un centro asilanti “particolare”: nella struttura sono alloggiati sedicenti rifugiati che devono lasciare la Svizzera, che sono in regime di aiuto d’urgenza, come pure richiedenti l’asilo che non rispettano le nostre regole.
Dall’apertura ad oggi sono transitate per questo centro un centinaio di persone, la presenza media è di una decina di ospiti al giorno. Gli orari di presenza al centro sono regolati strettamente. Il rientro degli ospiti è dalle 19, e alle 07.30 di mattina fanno colazione, ricevono il pranzo al sacco e devono lasciare la struttura fino alla sera. Il centro, quando è occupato, è sorvegliato in permanenza e non si è a conoscenza di problemi di vicinato da esso generati.
Il centro costituisce una novità interessante e positiva. Da un lato permette di liberare, almeno in piccola parte, le pensioni. Gli asilanti che arrivano al centro prima alloggiavano in pensioni, ad un costo medio di 95 Fr al giorno.
Dall’altro ha un indispensabile effetto deterrente. Poiché la situazione d’emergenza in materia di asilanti non è né di ieri né di oggi, è chiaro che questa struttura avrebbe dovuto essere realizzata da anni. Ha visto la luce solo ora perché la guida partitica al DSS nel frattempo è cambiata, e alcuni kompagni che prima si trovavano in posti chiave non ci sono più!
Asilanti in albergo
Il collocamento di asilanti – anche quelli che si comportano male – in pensioni è una prassi che la Lega ha sempre deplorato. E’ evidente che gli asilanti in albergo costano e non sottostanno ad alcun controllo: quindi possono fare tutto quello che vogliono. Anche alloggiare connazionali clandestini e dedicarsi a traffici di vario genere. Senza contare il fatto che troppi ticinesi non possono permettersi di andare una settimana in vacanza in albergo perché non hanno soldi. Ma intanto, con i danari del contribuente, si pagano soggiorni in albergo, anche di svariate settimane o mesi, a dei finti rifugiati!
Il regime nel centro di Bellinzona è ben diverso da quello di un albergo e questo è doppiamente “benefico” poiché, oltre ad essere un deterrente, stimola il richiedente l’asilo che deve lasciare il paese a farlo. Ci sono dei costi di sorveglianza, è vero, ma il santo vale la candela.
E’ infatti per noi prioritario attuare delle misure dissuasive per i finti rifugiati. Misure che ci facciano apparire meno “paese della cuccagna”. Ciò è indispensabile per frenare il flusso continuo di rifugiati economici, che non hanno alcun diritto di rimanere nel nostro paese.
Altrettanto indispensabile è poter allontanare in modo rapido ed efficace chi deve lasciare la Svizzera.
Italia e Algeria
In materia di rimpatri, come noto la situazione non è rosea. La vicina ed ex amica Penisola fa di tutto e di più per evitare di riprendersi i finti asilanti, come invece sarebbe tenuta a fare a seguito degli Accordi di Dublino.
I sistemi utilizzati dalla Penisola per non fare la propria parte sono sempre gli stessi: ostacoli burocratici a tutto andare, assenza perenne dei responsabili, in agosto chiusura estiva per tutto il mese, e via elencando. Col risultato che noi svizzerotti continuiamo a mantenere finti rifugiati che non sono di nostra spettanza. Ma figuriamoci se la Svizzera si sogna di farsi valere con i vicini a Sud. Ma non sia mai, ci si limita alla costante calata di braghe…
Assolutamente paradossale è poi il problema dell’Algeria. In pratica questo paese non riammette un proprio concittadino finto rifugiato se quest’ultimo non dichiara di voler rientrare in patria, cosa che come si immaginerà non è certo frequente! Ciò causa infinite difficoltà ,e ci piacerebbe proprio sapere cosa si sta facendo a livello federale per risolvere il problema, che va regolato sulla base di accordi internazionali. Ovviamente l’interrogazione leghista sul tema al Consiglio federale non mancherà.
Lorenzo Quadri