Un’inchiesta svela l’accordo segreto (?) tra PLR e P$$ per azzerare il 9 febbraio
Ohibò, ma allora anche la SSR ogni tanto fa servizio pubblico! Fuor di battuta, accade che un’inchiesta realizzata dalla romanda RTS abbia svelato l’accordo di corridoio tra il PLR ed il P$$. Quell’inciucio che ha portato all’affossamento a Berna del “maledetto voto” del 9 febbraio tramite il compromesso-ciofeca.
L’emittente svela dunque che una delegazione composta da pesi massimi dei due partiti si sarebbe incontrata in segreto per concordare le modalità con cui il voto popolare sgradito sarebbe stato “termovalorizzato”. Si tratta quindi di un complotto in piena regola delle élite spalancatrici di frontiere contro i cittadini svizzeri. Cioè contro coloro che dovrebbero rappresentare. Contro coloro dai quali sono pagati.
P$$ e PLR non ne hanno mai voluto sapere di rispettare le regole della democrazia. Altro che fare la faccia contrita e frignare all’iniziativa popolare inapplicabile durante i dibattimenti parlamentari sul 9 febbraio. L’articolo costituzionale 121 a è applicabile. Ma la partitocrazia non l’ha mai voluto applicare. Fin da subito PLR e P$$ hanno deciso che i diritti popolari sarebbero stati gettati nel water.
I congiurati
I Giuda sarebbero, secondo la RTS, per i kompagni il presidente $ocialista Christian Levrat ed il boss dell’Unione sindacale svizzera Paul Rechsteiner (un cadregaro ro$$o che, dopo essere rimasto inchiavardato allo strapuntino del Consiglio nazionale per un quarto di secolo, ha pensato bene di traslocare agli Stati, magari con l’intenzione di trascorrervi i prossimi 25 anni). Per i liblab c’erano invece l’ex presidente Philipp Müller e Karin Keller-Sutter, consigliera agli Stati sangallese. L’allegra combriccola avrebbe deciso di non applicare né tetti massimi né contingenti né preferenza indigena, ma di limitarsi ad un aiutino farlocco ai disoccupati iscritti all’URC. Che è poi l’essenza del compromesso-ciofeca. Peccato che agli uffici regionali di collocamento si possano iscrivere anche i frontalieri e perfino gli stranieri UE che possono restare in Svizzera come cercatori d’impiego per tre mesi, prolungabili a 6. Mentre i disoccupati elvetici di lunga durata, che sono finiti in assistenza, non risultano più iscritti agli Uffici di collocamento.
Ecco dunque spiegata la “preferenza indigena” secondo la partitocrazia: frontalieri e residenti all’estero iscritti agli URC hanno la preferenza sugli svizzeri in assistenza. Altro che “Prima i nostri”: “Prima gli altri”!
Non ci voleva il Mago Otelma…
Per tornare all’inciucio scoperto dalla RTS. Non ci voleva il mago Otelma per scoprire che il vergognoso complotto delle élite spalancatrici di frontiere contro il popolo svizzero era stato concordato in anticipo dietro le quinte. Mica era stato improvvisato in dicembre alle Camere federali.
Gli interessi dei liblab e dei kompagni coincidono: gli uni vogliono essere totalmente liberi di assumere stranieri a basso costo lasciando a casa gli svizzeri per ingrassare il proprio borsello; gli altri vogliono che “entrino tutti”. Inoltre il P$$ è ostaggio dei sindacati, i quali non hanno alcun interesse a difendere i lavoratori svizzeri, perché anche i concorrenti frontalieri e dimoranti si sindacalizzano e pagano le loro brave quote, che permettono ai dirigenti sindacali di girare in Mercedes ed in Audi A6.
La domanda è: come fanno gli elettori di sinistra a dare ancora fiducia ad un P$ che va a manina con gli odiati “padroni”? Non sentono puzza di bruciato da qualche parte?
Il ruolo uregiatto
Naturalmente non va dimenticato, e nemmeno sminuito, il turpe ruolo del PPD, che ha fatto il palo mentre a Berna la Costituzione veniva stuprata. Ed adesso la sezione ticinese uregiatta crede di prendere per i fondelli i cittadini traditi, anche dai popolaridemocratici, sostenendo il referendum farlocco contro il compromesso ciofeca. Un referendum lanciato da un kompagno “non patrizio”, per cui le frontiere spalancate sono sempre state un dogma intoccabile.
E qualcuno si aspetta che i ticinesi si bevano la storiella che un referendum del genere serva a far rispettare la volontà popolare, ossia a limitare l’immigrazione? Come recita il noto slogan: “non siamo mica scemi”!
Lorenzo Quadri