Il Regno Unito respinge categorico lo sconcio accordo quadro. I burocrati bernesi invece…

Il 17 maggio si voterà sull’iniziativa “Per la limitazione”, quella che chiede la fine della devastante libera circolazione delle persone. Se l’iniziativa verrà respinta, il giorno dopo i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale, con il triciclo al seguito, correranno a firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale. Naturalmente senza alcuna modifica rispetto a quanto c’è oggi sul tavolo. Quindi le misure accompagnatorie, con cui la casta si sciacqua la bocca ma solo quando fa comodo, andranno a farsi benedire. Del resto, le misure accompagnatorie non hanno in alcun modo impedito né l’invasione da sud, né il dumping salariale. Per non parlare di quella ciofeca denominata “preferenza indigena” light, la cui inutilità è totale.

E’ chiaro che il punto fondamentale non sono le misure accompagnatorie. Il punto, anzi i punti fondamentali, sono la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE, come pure i giudici stranieri (della Corte europea di giustizia) che detteranno legge in casa nostra. Su questi due temi, che sono il succo dell’accordo quadro, non ci sarà alcuna modifica.

Accordo coloniale

E’ evidente che siamo davanti ad un accordo coloniale, ovvero che ci ridurrà ad una colonia di Bruxelles. Fosse per i politicanti del triciclo sarebbe già stato sottoscritto da un pezzo. Vedi le scellerate dichiarazioni del PLR che l’ha definito “l’accordo della ragione, da firmare subito”. Se ciò non è ancora avvenuto, è solo perché – specie in prossimità di scadenze elettorali – la casta teme gli odiati “sovranisti”. Li teme sapendo che la maggioranza della popolazione svizzera, al contrario dalla partitocrazia, non è pronta a svendere la Svizzera all’UE per un piatto di lenticchie; rispettivamente per ingrassare ancor di più le saccocce dei manager stranieri delle multinazionali rappresentati da Economiesuisse, che poi schiaccia gli ordini al PLR.

Il tradimento

Il trio composto dalla kompagna Simonetta Sommaruga (P$$) e dai due PLR Ignazio Cassis e Karin Keller Sutter (KKS) ha concluso dietro le quinte l’inciucio proditorio con la baliva Ursula Von der Leyen: Bruxelles tace fino al 17 maggio a proposito dell’accordo quadro per non compromettere l’esito (!) della votazione sull’iniziativa di limitazione. In cambio i tre politicanti si impegnano a promuovere l’accordo quadro.

Gran Bretagna categorica

La Svizzera non è l’unico paese non-UE ad avere in corso trattative con i funzionarietti di Bruxelles. Un altro è la Gran Bretagna post-Brexit. Ebbene, quali condizioni ha messo Londra ai negoziati con l’UE? I “paletti” sono usciti venerdì sulla stampa; ma naturalmente non se ne è accorto nessuno, o ben pochi, dal momento che si parla solo di coronavirus.

Il ministro britannico Micheal Gove, indicato come “numero due de facto del governo Johnson”, ha dichiarato lapidario: “Non accetteremo alcun obbligo sull’allineamento delle nostre leggi a quelle dell’UE o ad istituzioni europee come la Corte di Giustizia, che non avrà più nessuna giurisdizione nel Regno Unito”.

Hai capito? La dichiarazione di Gove costituisce un  njet categorico allo sconcio accordo quadro istituzionale. Invece i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale ci vogliono rifilare proprio quegli obblighi – degradanti ed inaccettabili per ogni Stato sovrano – che Londra giustamente rifiuta.

Chi ha gli attributi e chi no

Forse che in Gran Bretagna la casta euroturbo non ha fatto, e non continua a fare, terrorismo di regime sulla Brexit inventandosi scenari apocalittici, specie dal profilo economico? Certo. Solo che ci sono governanti con gli attributi che non si piegano ai ricatti; altri, invece, che hanno le braghe costantemente calate ad altezza caviglia.

Certo che se gli elettori, nel segno dell’isterismo climatico, premiano proprio quelli che sognano di svendere la Svizzera all’UE, ossia i kompagni ro$$overdi…

Lorenzo Quadri