La Lega dei Ticinesi la scorsa domenica ha potuto “portare a casa” una grande vittoria. Tuttavia, non c’è tempo per dormire sugli allori. Le elezioni non sono affatto finite. Il 15 novembre si giocherà infatti una battaglia importante. Quella del ballottaggio per il Consiglio degli Stati. Lega ed Udc schierano una new entry della politica: Battista Ghiggia. Che però, in pochi mesi, ha saputo farsi apprezzare, arrivando – il 18 ottobre – terzo, dopo i due uscenti, a circa 4000 voti di distanza da Fabio Abate. Un risultato di tutto di rispetto, se si pensa che il nostro candidato ha “messo fuori la faccia” in politica federale solo lo scorso agosto. I due uscenti, invece, siedono entrambi a Berna da 15, rispettivamente 16 anni. La distanza, dunque, non è incolmabile. La partita è ancora da giocare: e va giocata fino in fondo. Perché è una partita importante.

Scelte decisive
Il Consiglio degli Stati è la Camera dei Cantoni. Chi vi viene eletto ci va, dunque, a rappresentare il proprio Cantone di provenienza. A perorare le posizioni e le aspirazioni della maggioranza dei votanti di quel Cantone. Come abbiamo avuto più volte modo di ribadire in queste settimane (repetita juvant) nei prossimi anni a Berna si giocheranno i destini dei nostri rapporti con la fallimentare Unione europea. Si compiranno, dunque, scelte decisive: per il nostro mercato del lavoro, per la nostra sicurezza, per la nostra indipendenza, per la nostra sovranità. Il Ticino, per semplici ragioni geografiche – è incuneato nell’Italia – risente più di tutti delle conseguenze delle decisioni prese sull’UE.

Chiediamo troppo?
I due senatori uscenti, Filippo Lombardi (PPD) e Fabio Abate (PLR) rappresentano forse la maggioranza dei Ticinesi su temi fondamentali come il 9 febbraio, la devastante libera circolazione delle persone, i fallimentari accordi di Schengen, l’espulsione degli stranieri che delinquono? La risposta è chiara: no. In tutti questi temi di capitale importanza, la posizione degli uscenti è contraria a quella della maggioranza dei ticinesi. Ciò vuol dire che oggi la maggioranza dei ticinesi ha zero rappresentati al Consiglio degli Stati.
Chiedere che almeno un senatore su due sia effettivamente rappresentativo della maggioranza dei ticinesi è chiedere troppo? Certamente no! E’ un sogno irrealizzabile? Nemmeno. Potrebbe diventare realtà. Ma dobbiamo volerlo. Non abbassiamo la guardia: il 15 novembre andiamo tutti a votare Ghiggia!
Lorenzo Quadri