Un colpo al cerchio e un colpo alla botte: il Consiglio federale, che ha approvato la mozione leghista per chiudere di notte i valichi incustoditi (naturalmente attendiamo la ministra del 5% al varco dell’applicazione pratica) “non poteva” approvare anche quella dell’Udc che chiede di limitare l’afflusso dei frontalieri.
Il fatto che l’Udc nazionale abbia presentato una mozione di questo tenore è giĂ di per sĂ© degno di nota. Dimostra infatti che i membri del gruppo parlamentare Udc dei cantoni di confine, tra cui i due leghisti, sono riusciti a far passare – ai vertici del piĂą grosso partito della Svizzera! – il messaggio che il frontalierato senza contingenti è una catastrofe. Non è una cosa trascurabile ed è giusto sottolinearlo.
La risposta del Consiglio federale, per quanto urtante, era prevedibile: non ci voleva la sfera di cristallo per immaginare che i sette si sarebbero nascosti dietro la foglia di fico dell’attuazione del voto del 9 febbraio. Attuazione che però stanno facendo di tutto e di più per dilazionare nel tempo: non sia mai che si rischi di irritare i padroni di Bruxelles!
I contingenti non possono attendere
Forse a Berna non si rendono conto che tra tre anni l’artigianato ticinese, messo in ginocchio dalla concorrenza sleale dei padroncini italiani, sarà iscritto tra le specie da proteggere del WWF. E che, senza contingentamento dei frontalieri, la disoccupazione sarà ulteriormente schizzata verso l’alto. Vogliamo diventare come Varese (Varese! Mica Caltanissetta!) dove un giovane su due non ha lavoro?
Visto che la Svizzera è uno stato federalista, e visto che il frontalierato senza limiti è un problema gravissimo che però riguarda solo pochi cantoni, nulla osta a che si applichino SUBITO i contingenti per questi Cantoni. Visto che, e lo ricordiamo per l’ennesima volta, da oltre tre mesi l’iniziativa Contro l’immigrazione di massa è diventata un disposto costituzionale, e visto che i politicanti tutti, Consiglieri federali compresi, hanno giurato fedeltà alla Costituzione, non c’è “melina” che tenga!
Sicché venirci a raccontare, come ha fatto il Consiglio federale, che per tre anni i frontalieri non si toccano è una risposta inaccettabile, un pesce in faccia a quel 70% di ticinesi che ha votato l’iniziativa Contro l’immigrazione di massa perché vuole delle risposte rapide: di pazienza il Ticino ne ha avuto fin troppa negli ultimi 10 anni ed ecco il risultato.
Uscire dalla CEDU
Ma tra le notizie in arrivo da Berna è interessante segnalarne anche un’altra, relativa alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo (CEDU). L’Udc chiedeva che il diritto svizzero fosse anteposto a quello internazionale, e quindi che venisse prima della CEDU. Ebbene, è arrivata puntuale la perizia pro-sacoccia che dice che la CEDU non si può applicare à la carte: o la si applica sempre, oppure la si disdice e si esce dal Consiglio d’Europa. Naturalmente tale opzione viene presentata come una catastrofe inimmaginabile, da non prendere nemmeno in considerazione per la sua mostruosità . E invece noi diciamo: perché no? In Svizzera i diritti umani sono già garantiti dalla nostra Costituzione federale, che tra l’altro è stata rivista integralmente nel 1996. E’ quindi all’avanguardia. La CEDU serve solo ad ostacolare l’espulsione di delinquenti stranieri. Ragion per cui ne possiamo anche fare a meno.
Lorenzo Quadri