E’ ovvio, e questo l’avevano ormai capito anche i paracarri, che il Consiglio federale di espellere gli stranieri che delinquono o che abusano della nostra socialità, non ne vuole proprio sapere. Non sia mai! Non è politikamente korretto! Bruxelles potrebbe (notare il condizionale) bacchettarci! “Bisogna aprirsi”!

Gli è che il popolo ha votato tre anni fa, era il novembre 2010, l’iniziativa Udc chiedente l’espulsione degli stranieri che delinquono.  Ma naturalmente per anni il voto popolare è rimasto lettera morta sicché, per dare la sveglia a chi faceva melina perché al voto popolare si dà retta solo quando coincide con le indicazioni del Consiglio federale, è stato necessario raccogliere le firme per l’iniziativa d’attuazione.

Una situazione di per sé aberrante: infatti, da nessuna parte nella nostra Costituzione sta scritto che, perché un’iniziativa votata dal popolo venga applicata, bisogna fare un’iniziativa-bis.
Ma la maggioranza politica, gli stranieri delinquenti e che abusano del sociale vuole farceli tenere e mantenere: in ottemperanza alla sciagurata politica della multikulturalità completamente fallita e delle frontiere spalancate.

Violati i diritti popolari
Sicché adesso il Consiglio federale si arrampica sui vetri per non dare seguito al voto della gente. E raccomanda alle Camere federali di dichiarare parzialmente nulla la seconda iniziativa.
Ohibò, qui si sta  veramente passando il limite. Il Consiglio federale, quello che non fa trascorrere un giorno senza svenderci un po’ di più all’Unione europea, adesso pretende di smontare la democrazia diretta quando il responso non è quello “giusto”. In sostanza, si viola allegramente il diritto all’autodeterminazione del popolo. E questo non per chissà quale ragione di Stato, ma per favorire gli stranieri delinquenti.

Se fosse eletto dal popolo…
Questa è la conseguenza del fatto di trovarsi con un governo non eletto dal popolo, che di conseguenza non deve rispondere al medesimo delle proprie azioni. Sicché rimuovere dei Consiglieri federali in carica non già per volere del cittadino elvetico, ma per inciuci partitici da corridoio che farebbero impallidire il mercato delle vacche di agreste memoria, diventa estremamente difficoltoso.

L’iniziativa per l’elezione popolare del Consiglio federale è purtroppo stata respinta. Sicché il Consiglio federale può permettersi di farsi un baffo della volontà del popolo elvetico. Il fatto che nell’esecutivo sieda una ministra delle finanze che, senza avere uno straccio di legittimazione democratica, è stata messa nella condizione di sfasciare il paese, è significativo dell’andazzo.
Le esternazioni del Consiglio federale miranti a ridurre la sovranità popolare sarebbero di per sé un motivo per riproporre l’iniziativa per l’elezione popolare dell’esecutivo.

220 anni fa…
Al proposito di questa squallida vicenda, che pone ancora una volta l’accento sull’assoluta mancanza di volontà del Consiglio federale di tutelare i cittadini elvetici ed il suo consueto schierarsi contro di essi e dalla parte degli eurobalivi, un attento lettore ci segnala l’art. 35 della  dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del cittadino nella versione del 1793:

«Quand le gouvernement viole les droits du peuple, l’insurrection est, pour le peuple et pour chaque portion du peuple, le plus sacré des droits et le plus indispensable des devoirs».
Nessuno vuole rimontare le ghigliottine in piazza. Ma mandare a casa qualcuno, però, sì.
Lorenzo Quadri