Il Consiglio federale, ormai l’hanno capito anche i paracarri, in materia di segreto bancario e quindi di tutela della piazza finanziaria svizzera e delle persone che vi lavorano, ha adottato la linea (se di linea si può parlare) del cedimento ad oltranza su ogni fronte.
Ad ogni cip prodotto da Washington, da Bruxelles o da altri organismi sovranazionali, ha fatto, fa e – c’è da esserne purtroppo certi – farà seguito la calata di braghe integrale da parte elvetica.
USA e UE hanno dichiarato, ormai da anni, una guerra economica alla Svizzera e il governo elvetico risponde alzando bandiera bianca su tutta la linea, screditando così il nostro paese a livello internazionale.
E’ poi chiaro che adesso si cede ad oltranza sulla piazza finanziaria; il prossimo capitolo, quale sarà?
Come abbiamo più volte ripetuto, il Consiglio federale ha sacrificato, senza nemmeno abbozzare una parvenza di difesa, almeno un terzo dei posti di lavoro sulla piazza finanziaria. Per il Ticino ciò significa la sparizione di almeno 4000 impieghi. Direttamente. Indirettamente ne spariranno anche molti altri, poiché varie attività commerciali, di ristorazione, eccetera, vivono grazie alla piazza finanziaria.
Per non parlare poi degli introiti fiscali, e non solo quelli delle persone giuridiche (banche e fiduciarie) ma anche quelli delle persone fisiche, che sulla piazza finanziaria lavorano.
E l’incubo è ben lungi dall’essere finito. Il Consiglio federale ha infatti autorizzato 11 banche svizzere, sotto inchiesta negli USA a trasmettere (evidentemente in funzione “paramento di natiche”) alle autorità statunitensi i nominativi di 10mila impiegati: tra l’altro semplici esecutori di ordini superiori.
Ciò significa che 10mila persone, a grande maggioranza cittadini svizzeri, o comunque residenti, si ritrovano iscritti nei registri della magistratura yankee. Di conseguenza il signor Bernasconi, o il signor Müller o il signor Porchet di turno, bancari, se un domani dovessero arrivare a New York o a Miami o in qualsiasi angolo degli States, rischiano di venire fermati da un poliziotto ed invitati a seguirlo (“please, follow me”) fino alla più vicina centrale. Per poi magari – caso Chico Frigerio docet – finire per mesi in una cella assieme ad altre 120 persone (altro che la Stampa e la Farera, con le televisioni in camera, palestra a disposizione e il menù vegetariano a scelta); senza nemmeno sapere il perché!
E per questo si può ringraziare il Consiglio federale che ha svenduto 10mila sui concittadini. Una cosa del genere non ha, probabilmente, precedenti. E c’è da ritenere che nessun altro paese si sarebbe comportato in questo modo – se non eventualmente una qualche dittatura africana. Invece stiamo parlando del governo elvetico.
Le perle dei kompagni
Naturalmente i kompagni non potevano esimersi dall’ennesima figuraccia.
Come noto, e come loro stessi si preoccupano di ribadire ad ogni pie’ sospinto, il P$ è favorevole allo scambio automatico di informazioni e quindi alla fine del segreto bancario e allo sfascio della piazza finanziaria (ergo: decine di migliaia di disoccupati in più). In questo contesto tale kompagno Jean Christophe Schwab, konsigliere nazionale $ocialista, ha pensato bene di diventare il nuovo presidente della sezione romanda dell’ASIB, ossia dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca. Sì, proprio uno di quelli che vuole creare decine di migliaia di disoccupati tra gli impiegati di banca tramite smantellamento della piazza finanziaria, si propone come loro paladino! Ma le perle non sono finite.
Il buon Schwab infatti, nella sessione speciale del Consiglio nazionale di inizio maggio, ha presentato un’interpellanza al Consiglio federale sulla trasmissione dei dati personali di 10mila bancari ai balivi USA. In realtà nessuno se ne era accorto: è la stessa ASIB a diffondere l’informazione in una sua circolare. Ora, tramite il sito www.admin.ch, è facile avere accesso all’atto parlamentare in questione. E a leggerlo c’è davvero da rimanerci di sasso e anche di altri meno nobili materiali!
Infatti il kompagno Schwab si preoccupa unicamente del fatto che i bancari oggetto dello scandaloso provvedimento non siano stati preventivamente informati. Come se il problema fosse quello! Inoltre, il deputato si premura di chiedere sommessamente al Consiglio federale «se è disposto (sic!) ad adottare di concerto con le parti sociali provvedimenti a sostegno degli impiegati di banca che si trovassero confrontati a procedimenti giudiziari causa la trasmissione dei loro dati personali».
Capita l’antifona? Il problema, secondo il kompagno presidente della sezione romanda dell’ASIB, non è che il Consiglio federale abbia svenduto agli USA 10mila impiegati di banca. Macché. Secondo il P$, il Consiglio federale ha fatto benissimo a sacrificare 10mila suoi concittadini. Ci mancherebbe altro che la Svizzera non ubbidisse all’istante a qualsiasi ordine in arrivo da qualche autorità straniera meglio ancora se sovranazionale ed anzi, che non facesse ancora di più di quanto viene richiesto! Ci mancherebbe altro che ci si difendesse da chi vuole distruggere, per proprio tornaconto, una delle nostre principali risorse! Soprattutto, ci mancherebbe che il Consiglio federale difendesse i propri concittadini! Ma quando mai! Il problema è che i 10mila impiegati di banca, prima di venire mandati al macello, non sono stati “informati”. Certo che con cotanta difesa gli impiegati di banca sono una botte di ferro, non c’è che dire…
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale