Cassa malati unica da sostenere

Il Consiglio federale intende presentare un controprogetto all’iniziativa popolare Per una cassa malati unica.
Il controprogetto mira, evidentemente, a preservare e a perpetuare la situazione attuale, pur con dei correttivi. Per esprimersi su questa proposta sarebbe necessario conoscerla a fondo, ma una cosa è certa e scontata: il controprogetto mira a mantenere il sistema attuale, pur modificando il tiro.
C’è però un problema. Ossia che è praticamente da quando la LAMal ha visto la luce, ossia dal 1996, che si tenta di “migliorarla”. E l’esercizio continua a fallire. Il difetto sta nel manico, ossia nel tentativo di far gestire un’assicurazione sociale a dei privati interessati a fare utili.
La strada della LAMal è lastricata di flop. Premi di cassa malati alle stelle (in Ticino sono ormai la seconda voce di spesa delle economie domestiche dopo l’affitto); il dilemma dei “morosi”; l’illecito alleggerimento dei cittadini di alcuni Cantoni – tra cui il nostro – che per anni hanno pagato, e tuttora pagano, premi troppo elevati che vanno poi a coprire i buchi creatisi in Cantoni dove i premi erano e sono, per contro, troppo bassi. Giusto per la cronaca, ricordiamo che al Ticino e meglio ai Ticinesi, dal 1996 ad oggi sono stati stuccati 400 milioni di Fr nel modo testé descritto; e il prelievo continua tuttora. Di questi soldi, sarà già un miracolo se ne rivedremo indietro una parte, poiché la maggioranza dei Cantoni ha “avuto”: quindi non ha alcun interesse ad andare oltre ad una restituzione che sia il minimo indispensabile per salvare la faccia ed una parvenza di equità e di federalismo.
Fino a quando si vuole continuare ad applicare cerotti sulla gamba di legno? Di certo alla Lega non si può rimproverare di essere statalista. Tuttavia ci sono compiti che è meglio si assuma lo Stato. La gestione di un’assicurazione malattia obbligatoria, vista l’esperienza fatta finora, è uno di questi.
La cassa malati unica permetterebbe di comprimere i costi amministrativi. I premi dei cittadini non verrebbero impiegati per pagare stipendi milionari al supermanager di turno. Non verrebbero spesi in campagne pubblicitarie degli assicuratori per rubarsi a vicenda i “buoni rischi” (ossia gli assicurati che pagano i premi regolarmente provocando però solo pochi costi). I premi dei cittadini non verrebbero nemmeno giocati e persi in borsa.
Con la cassa malati unica e pubblica non si assisterebbe neppure ad azioni al limite del criminoso che invece accadono a tutt’oggi: ad esempio bambini di due anni (sic!) cui viene sospesa la copertura assicurativa, in smaccata illegalità, perché i genitori non hanno pagato i premi.
Inoltre, la cassa malati pubblica potrebbe anche venire finanziata con fondi della Confederazione. Ad esempio quelli della Banca nazionale che ha miliardi e miliardi di riserve in eccedenza. Una parte di questi fondi potrebbe venire utilizzata per abbassare i costi d’assicurazione malattia ai cittadini.
Diciamo quindi Sì alla cassa malati unica e pubblica e No all’ennesimo tentativo di correggere ciò che, nel corso di quasi un ventennio, ha ampiamente dimostrato di non essere correggibile.
Lorenzo Quadri