In arrivo sgravi fiscali per tutti? Senza un’iniziativa popolare, ce li sogniamo!
Si vede che la campagna elettorale è iniziata! La scorsa settimana il direttore del DFE Christian Vitta, PLR, ha annunciato che il DFE starebbe “approfondendo la possibilità di abbassare il moltiplicatore d’imposta cantonale riducendo così l’onere fiscale non solo alle aziende ma anche a tutti i cittadini”.
Finalmente in arrivo gli sgravi fiscali per tutti? Sì certo, per chi crede ancora a Babbo Natale!
Semplice boutade
Anche il Gigi di Viganello ha infatti capito che si tratta di una mossa di marketing elettorale. In realtà a Palazzo delle Orsoline non c’è nessuna maggioranza a favore degli sgravi fiscali per le persone fisiche, in particolare per il ceto medio ed in single. Perché il triciclo PLR-PPD-P$ non li vuole.
Al contrario, nel recente passato il ceto medio è stato continuamente gravato di nuovi balzelli: vedi le stime immobiliari gonfiate per fare cassetta (regalo, ma guarda un po’, dello stesso DFE).
Quanto alle persone singole: pochi mesi fa gli esponenti del triciclo in Gran Consiglio, compresa la grande maggioranza dei deputati PLR, sono riusciti a votare contro l’iniziativa parlamentare generica (!) dell’ex deputata Iris Canonica, datata 2001, che chiedeva una fiscalità più equa per le persone sole. Argomento per il njet? La solita fregnaccia del “non è il momento, e poi gh’è mia da danée”.Insomma: per occuparsi delle persone singole non è mai il momento. E adesso “si” pretende di farci credere che improvvisamente il vento sarebbe cambiato e che il momento degli sgravi per tutti sarebbe arrivato? Ma va là! Non siamo mica venuti giù con l’ultima piena…
Il coraggio che non c’è
“Il coraggio, se uno non ce l’ha, mica se lo può dare”, diceva il manzoniano Don Abbondio. La considerazione vale anche per Vitta e per la maggioranza del Consiglio di Stato. I “cuor di leone” fiscali, infatti, per evitare l’emigrazione di massa dei redditi alti, hanno partorito una riformetta fiscale mignon, con sgravi solo per i ricchi e per le imprese: quella votata in aprile ed accettata per il rotto della cuffia. E già allora, spaventati dalla loro stessa audacia (?), i “ministri” si sono sentiti in dovere di ulteriormente annacquare la manovricchia. Così ne hanno fatto un unico pacchetto con le famose misure sociali. Che di per sé con il fisco non hanno nulla a che vedere. E nonostante tutto i $inistrati, che solo a sentire le parole “sgravi fiscali” diventano cianotici, hanno lanciato il referendum.
Mancano i numeri
E adesso che le elezioni cantonali si avvicinano, ci si vorrebbe far credere che il coraggio, che mancava fino a qualche mese fa, si è improvvisamente materializzato? Ma non se la beve nessuno!
E’ infatti evidente che né in governo e nemmeno in parlamento – come dimostrano i precedenti di cui sopra, in particolare la bocciatura dell’iniziativa Canonica – ci sono i numeri per l’approvazione di una riforma fiscale degna di questo nome. Quella di Vitta è dunque, semplicemente, una boutade da campagna elettorale, fatta approfittando del vuoto di notizie estivo (ormai la polemica sui giocatori della nazionale che esultano con le aquile si è esaurita). Speriamo che l’ex partitone, con la sua bulimia di cadreghe, non intenda regalare a questo sfigatissimo Cantone una campagna elettorale di 9 mesi. E’ già accaduto quattro anni fa con esiti deleteri: paralisi dell’attività politica. Alla faccia del Buongoverno!
Iniziativa popolare
Gli sgravi fiscali per il ceto medio e per le persone singole ci vogliono. La Lega e questo giornale lo dicono da anni. Ma tramite le vie istituzionali (governo e parlamento) si ottiene zero. Inondare il Gran Consiglio di iniziative parlamentari non porta dunque a nulla. Se si vuole una vera riforma fiscale per i cittadini, c’è una sola opzione: l’iniziativa popolare. Ossia, raccogliere le firme e far votare la gente. Il resto è solo blabla. E la boutade di Vitta è destinata a fare la fine della canicola: dimenticata con il primo acquazzone.
Lorenzo Quadri