Prosegue anche in Ticino la raccolta delle firme per il referendum contro il FATCA, ossia l’accordo fiscale sottoscritto da Berna con gli USA. Accordo è già una definizione sbagliata. Infatti si tratta di un Diktat imposto da Washington.
Gli USA vengono in casa nostra, a dettare le nostre leggi, ed il Consiglio federale (con in testa la ministra del 5% Widmer Schlumpf) cala le braghe. Già solo questa situazione, scandalosa, basterebbe a giustificare il lancio di un referendum. Indipendentemente dal contenuto dell’”accordo” imposto contro i più elementari principi della sovranità nazionale. Perché è evidente che, se si comincia a capitolare una volta, si capitolerà sempre.
Nel caso concreto, oltretutto, anche il contenuto del Diktat è aberrante. Da un lato gli USA potranno ficcanasare nelle relazioni bancarie non solo dei loro concittadini, ma anche delle cosiddette “US related person”. E per diventare US related person basta veramente poco. Ad esempio, aver avuto dei contatti anche minimi con gli Stati Uniti, secondo una serie di criteri nebulosi e confusi. Anche un bel numero di cittadini svizzeri, si stima si tratti di circa 120mila persone, l’80% delle quali appartenenti al ceto medio, potrebbero dunque trovarsi a fare i conti con le dure conseguenze del Diktat USA. Si tratta di disposizioni di tipo confiscatorio ai danni di chi dovesse avere la malasorte di cadere nelle sue maglie.
Un ulteriore elemento va considerato. Ovviamente gli altri Stati che hanno dichiarato guerra economica alla Svizzera ci metteranno ben poco a pretendere dal nostro paese lo stesso trattamento concesso agli USA. E il Consiglio federale, che vuole arrivare allo scambio automatico di informazioni, calerà le braghe in un batter di ciglia, come da drammatica consuetudine (grazie, ministra del 5%!).
Non serve un nobel dell’economia per rendersi conto che un “FATCA” con la vicina Penisola avrebbe conseguenze catastrofiche sulla piazza finanziaria ticinese, leggasi cancellazione di tante migliaia di posti di lavoro.
Il FATCA deve dunque venire rispedito al mittente. Le Camere federali hanno bocciato, in un (purtroppo) isolato sussulto d’orgoglio la lex USA. Hanno invece approvato il FATCA (contrari solo la Lega e una parte dell’UDC). Facciamo in modo che il popolo possa rimediare, votando contro il FATCA.
Lorenzo Quadri
Membro comitato referendario
I formulari per il referendum contro FATCA si trovano su
www.mattinonline.ch