Il “concetto” annunciato per l’anno prossimo. Intanto si sdogana la vignetta elettronica
La vignetta autostradale elettronica si avvicina sempre più. Dopo il Consiglio degli Stati, anche la Commissione dei trasporti del Consiglio nazionale ha deciso, nella sua ultima seduta, di entrare in materia sulla modifica della Legge sulle strade nazionali che chiede per l’appunto l’introduzione della vignetta elettronica.
Chiaramente, come già detto a più riprese, il contrassegno elettronico può a prima vista sembrare allettante. Staccare l’autocollante dal parabrezza è un lavoro odioso. Ed in questo periodo, in cui bisogna procedere proprio a tale compito, ce ne rendiamo particolarmente conto.
Senza contare che la “digitalizzazione” è politikamente korrettissima.
Perché, allora, opporsi al contrassegno elettronico? Perché la Confederella, ed in particolare la kompagna Sommaruga, non modifica di sicuro una legge solo per fare un favore agli automobilisti e risparmiar loro il fastidio di staccare la vignetta dal parabrezza. Anzi, l’ultima cosa che la Simonetta si sogna di fare sono proprio i favori agli automobilisti!
Il vero motivo
Evidentemente dietro a tutta l’operazione c’è un altro motivo. E non ci vuole il Mago Otelma per indovinarlo: si tratta del road pricing, del mobility pricing, e delle altre boiate pricing con cui gli ecoisterici tassaioli, a partire proprio dalla Simonetta e dai suoi burocrati, vogliono vessarechi ha bisogno della macchina per andare a lavorare.
Il road pricing è di fatto un pedaggio in stile medievale, che verrebbe introdotto su alcune strade. In particolare su quelle dei centri urbani, da dove i politikamente korretti vogliono espellere le automobili. Col risultato che poi i centri rimangono tagliati fuori e si desertificano. E’ la stessa mentalità che sta alla base del fallimentare piano viario luganese PVP (Pirla Vai Piano).
Anche i mezzi pubblici
Ancora più assurdo è il mobility pricing. Esso mira a rendere più caro l’utilizzo dei mezzi di trasporto, compresi quelli pubblici, – quindi anche treni, bus, tram – negli orari di punta. Obbiettivo: spingere la gente a spostarsi nei tempi di cosiddetta “morbida”. Qui qualcuno è fuori come una grondaia. I politicanti pretendono che i cittadini lascino a casa l’auto per servirsi dei trasporti pubblici; però, invece di incentivare l’uso di questi ultimi, lo ostacolano tramiti rincari farlocchi. Forse ai burocrati bernesi sfugge un dettaglio: spostarsi negli orari di punta non è una scelta deliberata. Nessuno sceglie di proposito di prendere il treno quando è strapieno! Ma si dà il caso che chi lavora, o va a scuola, di solito non può fissare l’ora di inizio a proprio piacimento. Per cui, kompagna Simonetta, chi vogliamo penalizzare? Quelli che usano i trasporti pubblici per andare a lavorare, come da decenni ci viene predicato di fare?
Grazie kompagni!
Se i mezzi pubblici, ed in particolare i treni, sono strapieni in certi orari, il motivo è uno solo: siamo qui in troppi! Sicché, altro che mobility pricing: disdire la devastante libera circolazione delle persone e tornare a controllare l’immigrazione!
Gli è che a Berna, grazie ai $inistrati, c’è una ministra dei trasporti – la kompagna Sommaruga – che è contro la mobilità. Come dimostra, tanto per fare un esempio, la cancellazione del bus Ticino-Malpensa. Ma è evidente che chi è contro la mobilità non può dirigere il Dipartimento dei trasporti.
Altro che “alternativa”!
L’introduzione del road pricing e del mobility pricing è peraltro un obiettivo del Dipartimento Sommaruga. Il quale intende presentare al proposito un concetto (?) al Parlamento entro il 2021/2022.
La vignetta elettronica è il presupposto essenziale, oltre che il primo passo, per l’introduzione di dette ciofeche. Sicché, i burocrati della Confederazione hanno un bel dire che vignetta elettronica e road pricing sono due progetti distinti! E’ chiaro che si sta procedendo con la solita tattica del salame per penalizzare ulteriormente gli automobilisti, approfittando della moda dell’isterismo climatico.
Ed infatti, la narrazione ampiamente propinata al popolazzo recita che la vignetta elettronica non sarebbe un obbligo, bensì un’alternativa “chic” e “progressista” all’autocollante per retrogradi sfigati. Peccato che poi si scopra che, nel caso la quota di vignetta cartacea scendesse sotto il 10%, questa verrà semplicemente abolita. E quindi addio alternativa!
Vogliono ancora mungere
Senza contare che la messa in esercizio della vignetta elettronica comporterà dei costi aggiuntivi importanti, di svariati milioni, in particolare per le procedure di controllo.
Questi soldi pubblici verrebbero forse spesi solo per “agevolare” i conducenti, sollevandoli dall’obbligo di raschiar via annualmente la vignetta vecchia dal parabrezza? Ma va là! E’ ovvio che, se li si stanzierà, sarà per poter ulteriormente MUNGERE gli automobilisti!
Lorenzo Quadri