Canone a 200 franchi: Marchand patetico sul CdT. Sveglia, la ricreazione è finita!
La raccolta firme per l’iniziativa popolare federale che vuole ridurre il canone SSR a 200 franchi all’anno (che sono ancora troppi) è partita solo da qualche settimana, e durerà un anno e mezzo. Però la “shitstorm” (= tempesta di cacca) della casta – e dei suoi lacchè mediatici – contro l’iniziativa popolare sgradita è già in corso. Segno che a qualcuno comincia a diventare fredda la camicia. Quindi, sotto con le firme!
Intervista in ginocchio
Venerdì il Corriere del Ticino, col manifesto intento politico di denigrare l’iniziativa, ha realizzato un’intervista in ginocchio di ben due pagine (ö la Peppa!) al direttore generale della SSR Gilles Marchand.
Un’intervista del genere sarebbe imbarazzante anche sul giornalino aziendale della radioTV di Stato. Figuriamoci su un quotidiano che si autoproclama “indipendente”.
La SSR si bulla, a sproposito, di essere un baluardo contro le fake news. Adesso vediamo che il primo a diffondere fake news è proprio il suo direttore generale. Un motivo in più per sottoscrivere l’iniziativa.
Ricatti e minacce
Pensando che la gente sia scema, dalle compiacenti colonne del CdT il buon Marchand tenta di parificare l’iniziativa per il canone a 200 franchi alla No Billag: in altre occasioni ha perfino sproloquiato di “No Billag 2”. Come mischiare il burro con la ferrovia. La No Billag comportava l’abolizione del canone, l’iniziativa attuale la sua riduzione di poco più di un terzo. Già tale atteggiamento truffaldino – che, lo si è ben capito, costituirà il leitmotiv dell’emittente di regime nei prossimi mesi ed anni (se l’iniziativa riuscirà, la votazione è immaginabile attorno al 2026) – dimostra la totale malafede di questo dirigente pubblico strapagato con i soldi del canone.
Per non parlare di fregnacce del seguente tenore, davanti alle quali non si sa bene se ridere o piangere. L’iniziativa, secondo il boss dell’emittente di regime, sarebbe “una catastrofe per tutto il panorama mediatico svizzero”; “bisognerebbe ridurre la RSI di almeno la metà”; “la critica di andare oltre il mandato di servizio pubblico è inaccettabile”; “la SSR informa ed unisce la società”.Eccetera eccetera. Ma si possono sparare simili boiate?
A dimostrazione di come il soggetto sia fuori a sbalzo, il signor direttore generale ha perfino il coraggio di citare la propaganda propinata dalla SSR durante la pandemia di stramaledetto virus cinese come esempio positivo. E’ il colmo: l’emittente di regime ha retto la coda alle cappellate del governicchio federale e del kompagno Berset senza un briciolo di spirito critico. E questo sarebbe un lavoro giornalistico esemplare? Ma non facciamo ridere i polli!
Giò dò dida!
Marchand si permette di mentire a mezzo stampa, di fare propaganda politica da tre e una cicca, di minacciare e di ricattare i cittadini – a partire ovviamente da quelli delle regioni periferiche – i quali non devono nemmeno sognarsi di poter decidere come vogliono spendere i propri soldi. Praticamente, secondo la sua illuminata visione, il popolazzo è OBBLIGATO PER L’ETERNITA’ a sborsare il canone più caro del mondo per mantenere lui e la sua strapagata corte dei miracoli! Nemmeno nella Versailles dell’Ancien Régime si ragionava in questo modo.
Nella sua arroganza, il signorotto arriva al punto di insultare quanti sostengono l’iniziativa per il canone a 200 franchitrattandoli da scemi (“scommetto sull’intelligenza collettiva degli svizzeri” per la bocciatura dell’iniziativa).
200 franchi bastano
Dato di fatto è che la televisione la guardano sempre in meno, i giovani non la seguono più del tutto, la SSR (RSI in primis) fa propaganda di $inistra spacciata per servizio pubblico e la gente ha sempre meno soldi in tasca. Le offerte alternative alla SSR si moltiplicano ma i cittadini – specie i giovani, specie i meno abbienti – non se le possono permettere: devono già sborsare il canone più caro del mondo. E sempre più spesso nemmenousufruiscono delle prestazioni che pagano profumatamente.
Già non sta in piedi che chi non usa un servizio come la radioTV(servizio tutt’altro che essenziale, tant’è che sempre più gente ne fa a meno) sia costretto comunque a pagarlo. Nell’anno di disgrazia 2022, mentre il costo della vita s’impenna per i noti motivi ed il potere d’acquisto della gente va in palta, i cittadini hanno tutto il diritto di decidere che non gli sta più bene doverpagare 335 franchi all’anno per finanziare un carrozzoneanacronistico, elefantesco ed irrispettoso del mandato di servizio pubblico. 200 bastano (e avanzano).
Nel mondo reale
Lo stesso Marchand, con i suoi piagnucolii farlocchi a proposito degli impieghi a suo dire minacciati dall’iniziativa per ridurre il canone, ammette implicitamente che la SSR è solo un piano occupazionale. Ovviamente i posti vengono spartiti con la logica del clan – basta guardare le nomine ai vertici della RSI – mentrechi non ne fa parte viene lasciato a casa senza tanti complimenti.E non certo per inesistenti esigenze di risparmio. Per carità di patria non apriamo in questa sede il capitolo dei frontalieri, manifesti o camuffati.
In tutta la galassia, se le risorse a disposizione diminuiscono, compito dei manager è quello di riorganizzarsi per utilizzarle al meglio. Lo sanno bene le aziende private, a partire proprio dai media. Altro che andare in giro a strillare e a ricattare i cittadiniper continuare a mungerli senza ritegno quando questi non sanno più da che parte voltarsi per arrivare a fine mese!
Sveliamo un segreto al buon Marchand: nel mondo reale – non nell’oasi di privilegi pagati con i soldi degli altri dove vive lui – la pacchia è finita. Non c’è più trippa per gatti.
Un miliardo all’anno
Con il canone a 200 franchi la TV di Stato beneficerebbe, conteggiando anche gli introiti pubblicitari, di entrate per UN MILIARDO all’anno. Se il direttore generale della SSR con una somma del genere non è in grado di produrre una radiotelevisione di servizio pubblico per un paese di 8.7 milioni di abitanti, vuol dire che non è al suo posto. E allora che cambi mestiere.
Lorenzo Quadri