Nemmeno la SECO riesce più a negare che il nostro mercato del lavoro è a ramengo

E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il 18esimo rapporto dell’Osservatorio sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera ed UE, che fa capo alla SECO, Segreteria di Stato per l’economia(nota soprattutto per le statistiche taroccate sulla disoccupazione).

Presentando il nuovo rapporto, la SECO insiste con le consuetemanfrine sull’immigrazione che sarebbe uguale a ricchezza (è pagata per questo). Tuttavia spicca un elemento nuovo: per la prima volta il rapporto indica che il mercato del lavoro ticinese va “monitorato”. Un’ammissione a denti stretti che c’è qualcosa (parecchi qualcosa) che non va.

Se nemmeno i fidi galoppini della SECO riescono più a negare che l’occupazione in questo sfigatissimo Cantone è andata a gambe all’aria per colpa delle frontiere spalancate volute dalla partitocrazia, vuol dire che siamo proprio nella melma.

Altro che le fregnacce della ministra di Giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS), la quale davanti al parlatoio federale sproloquia che 75mila frontalieri in continuo aumento sono una goduria per il Ticino, e che l’esplosione dei permessi G giova all’occupazione dei residenti! Ma si possono sparare simili boiate?

Oltretutto, la situazione è destinata a peggiorare. I posti di lavoro in Ticino diminuiscono (fallimenti da Covid, effetti boomerang delle sanzioni contro la Russia, recessione…) mentre i frontalieri continuano ad aumentare. E noi, in una situazione del genere, dovremmo andare avanti ad applicare masochisticamente la libera circolazione senza limiti? Abbiamo forse scritto “giocondo” in fronte?

Avanti con le clausole di salvaguardia del nostro mercato del lavoro! La Lega le chiede da un pezzo!

Lorenzo Quadri

A pagina 3

 

 

 

Dida:

I Consiglieri federali direttamente coinvolti mentre “osservano” e “monitorano” il mercato del lavoro ticinese