La rete giustamente reagisce alla foto della donna velata nel parcheggio del Foxtown
Ha suscitato parecchio clamore in rete la pubblicazione della foto di due donne, presumibilmente madre e figlia, che nel parcheggio del Foxtown a Mendrisio recitavano la preghiera della sera. La più anziana indossava un burqa, mentre suo marito aspettava in macchina. La foto è stata trasmessa da un lettore al portale LiberaTV.
E’ forse il caso di ricordare che il divieto di Burqa è stato plebiscitato dal popolo ticinese. E quindi va fatto rispettare. Vale anche al “volpecittà” e non si possono fare eccezioni per il tornaconto del suo “patron” (che di sostegni dalla politica ne ha già ricevuti a sufficienza). Anche perché c’è come il vago sospetto che, quando si tratta di multare un’auto con targhe rossoblù per posteggio scaduto, si assista a ben altra solerzia.
Visto poi che in vari paesi islamici un cristiano (o un credente di qualsiasi fede diversa) non si può certo mettere a pregare in un posteggio pena l’arresto o peggio, non si vede perché i soliti svizzerotti fessi dovrebbero tollerare tutto in nome delle aperture, dello scellerato multikulti, del terrore di vedersi additare come “razzisti ed islamofobi”. Con l’Islam e le sue manifestazioni non ci si può permettere di transigere. Il disegno di conquista è evidente. La conquista si fa per gradi ed i principali alleati sono proprio i buonisti-coglionisti politikamente korretti. Quelli che guai ad imporre a chi arriva da “altre culture” – ma forse sarebbe meglio dire da altre inculture – il rispetto delle nostre regole! Al contrario, siamo noi che dobbiamo calare le braghe davanti alle pretese altrui. Non è così che funzionano le cose. Come i turisti svizzeri che si recano in Arabia Saudita si adeguano alle regole del posto, lo stesso devono fare i visitatori arabi che vengono da noi.
C’è chi lecca
Visto poi che a quanto sembra la vettura della famigliola con donna in burqa aveva targhe della Vicina Penisola, non si può nemmeno venire a tirare in ballo interessi turistici dato che si tratta di turismo da outlet: l’unica ricaduta sul territorio è semmai quella a beneficio del Foxtown.
Naturalmente i politicanti dei partiti storici, specie se vicini al patron del “volpecittà”, sono corsi a dire che certo, il divieto di burqa votato dal popolo va fatto rispettare “ma con buon senso”. Buonsenso secondo costoro vuol dire non applicare la leggese ciò lede in qualche modo gli interessi del potente di turno. Ma bene! Alla stessa stregua chiediamo allora che – ad esempio – venga applicato con “buonsenso”, ovvero NON venga applicato, il bidone Via Sicura ed altre norme che servono a criminalizzare gli automobilisti nell’ambito di un disegno politikamente korretto (e Via Sicura, diversamente dalla legge antiburqa, mica è stata votata dal popolo). Perché allora, già che ci siamo, non applicare “con buonsenso” tutto il codice penale?
Sì al buonsenso, ma…
Certamente ci vuole “buonsenso” anche nell’applicazione della norma antiburqa. Solo che “buonsenso” nel caso concreto significa semplicemente che la polizia non circonda con il mitra spianato la donna che prega in burqa ed il di lei marito, ma con cortese fermezza li informa che in Ticino vige il divieto di dissimulazione del viso, e sempre con cortese fermezza emette la relativa contravvenzione. Così come farebbe, o dovrebbe fare, con qualsiasi altra infrazione paragonabile. Del resto il burqa è vietato anche alla Mecca; sicché la richiesta di toglierlo non può certo cogliere di sorpresa alcun/a musulmano/a.
Lorenzo Quadri