Difendiamoci dai Diktat stranieri! Firmiamo il referendum!
Oggi parlare di “modello svizzero” va di moda. Ma solo a corrente alternata. Infatti, buona parte di coloro che si riempiono la bocca con questo termine in circostanze puntuali (ad esempio sull’iniziativa 1:12) in tutti gli altri casi fanno il contrario.
C’è infatti chi, specie in casa Plr e Ppd, parla di “modello svizzero” ma poi è favorevole alle frontiere spalancate, alla distruzione del diritto alla privacy dei cittadini, e quindi sostiene il FATCA.
Il FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act) è, per dirla in breve, un Diktat USA che equivale ad un ulteriore svuotamento del segreto bancario.
FATCA non sarà il tema più sentito del mondo a livello popolare. Ma la sua importanza è primaria.
Prima di tutto l’autorità fiscale a stelle e strisce, in base a questo trattato, non potrà ficcanasare solo nelle relazioni bancarie di cittadini USA, ma anche di cittadini svizzeri che hanno, o hanno avuto, un seppur labile contatto con gli States (ad esempio vi hanno vissuto per un qualche periodo). Il Diktat parla “US Persons” ma parecchie di esse, si stima circa 200mila, sono in realtà delle “Swiss Persons”.
Poi c’è il grande tema della tutela della privacy. Questa tutela, in Svizzera, è uno dei diritti fondamentali del cittadino. Gli USA invece se ne infischiano; lo scandalo delle intercettazioni dimostra la mentalità da “Grande fratello”. Accettando FATCA non si sacrifica solo la privacy bancaria, ma proprio la privacy in quanto tale.
La ministra del 5% Widmer Schlumpf e la maggioranza delle Camere federali hanno già alzato bandiera bianca senza resistenza, per l’ennesima volta, con il coraggioso argomento che “gli USA sono più grandi di noi”. Bella scoperta: con questa mentalità oggi saremmo ancora un baliaggio, visto che anche gli Asburgo nel 1291 erano “più grandi di noi”. E allora, visto che gli USA sono “più grandi di noi”, accettiamo che essi ci impongano non già delle sciocchezzuole di poco conto, ma Diktat che vanno a cancellare i diritti fondamentali del cittadino.
Il FATCA è un burqa finanziario. Il principio è sempre lo stesso. Vengono da Oltreatlantico, con l’arroganza dei numeri (“sono più grandi) ad imporci le loro regole, contrarie alle nostre. E noi lo accettiamo perché una ministra in carica senza avere i voti ed in balia della $inistra cui deve la cadrega, vuole sfasciare la piazza finanziaria svizzera in quanto completamente incapace, lei ed i suoi colleghi, di difendere il paese?
Sostituito da nulla!
A proposito di piazza finanziaria, che i licenziamenti (pochi per volta per non dare troppo nell’occhio) siano in atto, è un dato di fatto. Il gettito fiscale delle banche è crollato. I 30 milioni che mancano dalle casse della città di Lugano sono quelli. E con cosa è stato sostituito un settore economico di primaria importante per il nostro paese, sfasciato in quattro e quattr’otto perché “bisogna aprirsi” e calare le braghe davanti ad attacchi stranieri, e chi non è d’accordo è un becero populista e razzista? La risposta è semplicissima: NIENTE. Il settore è stato sostituito con niente. Altro che riorientamento: perdita secca.
Sovranità a ramengo
Poi c’è la questione della sovranità nazionale. Accettare il Diktat FATCA significa rinunciarvi. Prendere ordini dagli USA. E, se li prendiamo da loro, finiremo col prenderli da tutti. Ed i paesi che ci circondano in particolare l’Italia ormai in bancarotta, non aspettano altro per lanciarsi all’assalto della diligenza svizzera.
Quindi, diffidate da chi parla di “modello svizzero” e poi sostiene il FATCA e sostiene pure la ministra del 5%!
Contro il FATCA possiamo difenderci. E’ in corso la raccolta firme per il referendum. I formulari si possono scaricare dal sito www.mattinonline.ch” come pure da www.stop-fatca.ch” dove troverete ulteriori informazioni. Al di là dei tecnicismi, la posta in gioco è la sovranità svizzera. Siamo d’accordo di farci comandare e depredare da autorità straniere? La risposta non può che essere un NO forte e chiaro!
Lorenzo Quadri