Le Lega dei Musulmani Ticino, il video e le giustificazioni che non ingannano nessuno
La Lega dei Musulmani Ticino lo scorso 2 maggio ha pubblicato sulla sua pagina facebook un video, risalente al 2011, in cui si definiscono gli ebrei “nemici di Allah”, si richiama alla prossima venuta del califfato e si conclude pure con un ameno: “Non abbiate alcun dubbio, l’Islam sta arrivando”.
Il Guastafeste Giorgio Ghiringhelli ha segnalato pubblicamente il video, sottolineandone la propaganda islamista e il contenuto tutt’altro che pacifico. Il presidente della Lega dei Musulmani Ticino (niente a che vedere con un’altra Lega…) Slaheddine Gasmi, si è subito affrettato a dichiarare che si tratta di una narrazione storica, che il video va contestualizzato e che se i contenuti fossero illeciti sarebbe già intervenuto il Ministero pubblico, tacciando il Guastafeste di “islamofobia”.
Il solito mantra
La storiella dell’ “islamofobia”, naturalmente associata a “populismo e razzismo”, è il consueto mantra con cui si tenta di sdoganare l’islamizzazione della Svizzera. Chi non ci sta è islamofobo e quindi (?) razzista: di conseguenza, la sua posizione non può che essere pattume.
Prima di tutto, islamofobo non è affatto sinonimo di razzista. Essendo l’Islam incompatibile con le democrazie occidentali, la fobia (ossia paura) nei suoi confronti è legittima. Ed è giustificata proprio dal video postato dalla Lega dei Musulmani. Un filmato che, annunciando califfati e la venuta dell’Islam, indica volontà di conquista.
Come di consueto, Gasmi & Co giocherellano con la libertà d’espressione: la sfruttano a proprio vantaggio, ma pretendono di negarla agli altri ricorrendo al ritornello dell’islamofobia. Evidentemente, hanno imparato la lezione dei multikulti e politikamente korretti. I quali hanno criminalizzato, a suon di accuse di razzismo, le posizioni contrarie al pensiero unico delle frontiere spalancate. Perché certe cose “vergognose” non solo non vanno dette, ma non bisogna nemmeno osare pensarle. In questo “humus”, gli islamisti sguazzano.
Imam nell’esercito?
Ma è interessante notare anche un’altra cosa. Gasmi ha di recente espresso il proprio sostegno all’imam nell’esercito, come pure il fervente desiderio di vedere l’Islam riconosciuto quale religione ufficiale in Svizzera (riconoscimento promosso, ma guarda un po’, dal P$$). Naturalmente garantendo che si tratta di una questione di fede – libertà religiosa! – e non di politica. Come no. Ed infatti il video postato dalla Lega dei Musulmani su “faccialibro” ben chiarisce quali siano i veri obiettivi dell’Imam militare e del riconoscimento ufficiale all’Islam. Altro che libertà di fede: “il califfato sta arrivando, l’Islam sta arrivando”.
Lorenzo Quadri