Il galoppinaggio a sostegno della scuola ro$$a si fa sempre più scomposto. Venerdì il direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano, Danilo Fiorini, ha trasmesso via email a tutti i suoi contatti una lettera aperta (con tanto di logo di Pro Infirmis e sua fotografia) contente un appello a votare Sì alla scuola che verrà. Ora, Pro Infirmis si occupa di persone disabili. Forse che la scuola che verrà ha a che vedere con i disabili? No. L’ “inclusione” su cui la riforma monta la panna non è quella delle persone con handicap. Il direttore di Pro Infirmis lo sa benissimo; nella sua circolare lo scrive pure (“la riforma non affronta direttamente la questione…”). Però ciò non gli impedisce di fare propaganda. E, tanto per non farsi mancare nulla, correda il suo scritto con un titolo ad effetto, ma completamente farlocco: “Non lasciatemi fuori dalla scuola!”. Come se i contrari alla scuola che (non) verrà volessero espellere dalle scuole i bambini disabili. Bufala e ricatto morale in un colpo solo. Se questi sono i sistemi con cui Pro Infirmis pensa di raggiungere i propri (lodevoli) scopi, auguri.
Non solo. Nel suo scritto Fiorini arriva a dire: “Ho letto indignato oppositori alla “scuola che verrà” affermare che l’inclusione scolastica abbasserebbe il livello di apprendimento dei bambini normali” e questo sarebbe“un colpo allo stomaco per i genitori di tanti bambini, con disabilità e no”.
Avanti con le corbellerie! Tentare di denigrare i contrari alla scuola che verrà dipingendoli come biechi nemici delle persone con handicap non è solo falso, ma è anche un tantino squallido. Come squallido è strumentalizzare un’organizzazione che si occupa di persone disabili – e quindi i disabili stessi ed i loro familiari – per fare campagna politica ad un progetto che con la disabilità c’entra come i cavoli a merenda, ma che evidentemente ha il merito di provenire dalla parte “giusta”. Questo sì che indigna, caro direttore. Chissà se la direzione nazionale di Pro Infirmis è al corrente di simili derive a sud delle Alpi?
Lorenzo Quadri