Accordo quadro: il CF rifiuta di rendere pubblica la sua linea. Perché si vergogna?

I camerieri dell’UE in Consiglio federale non perdono mezza occasione per dimostrare di non essere al proprio posto.

Mentre l’attenzione collettiva è tutta concentrata sullo stramaledetto virus cinese, il governicchio federale ne approfitta per procedere con la svendita della Svizzera alla fallita UE. E lo fa di nascosto dai cittadini.

Nuova figura marrone

Infatti, come se fosse la cosa più normale del mondo, i 7 “grandi statisti” hanno riavviato le trattative con i balivi di Bruxelles sullo sconcio accordo quadro istituzionale. Dichiarano però che non intendono “rendere pubblica la linea del Consiglio federale”. Ohibò, e perché mai? Perché non la conoscono nemmeno loro? Perché si vergognano? Perché vogliono mettere i cittadini davanti al fatto compiuto? Perché non vogliono indicare altre “linee rosse” sapendo benissimo che non le rispetteranno e che pertanto rimedieranno la consueta figura marrone?

Forse qualcuno, con la pandemia, si è abituato a calare ordini dall’alto e adesso ci ha preso gusto. Purtroppo per questo qualcuno, non è così che funziona. Non da noi.

I cittadini non devono sapere

Dunque: il CF vuole svendere la Svizzera tramite lo sconcio accordo coloniale. Ma i cittadini non devono sapere dove il governicchio federale vuole andare a parare.

A parte che Bruxelles ha già detto in tutte le salse che le negoziazioni sono chiuse e le clausole del trattato definitive, i punti su cui Berna avrebbe chiesto delle precisazioni sono noti. Ovvero: la direttiva UE sulla cittadinanza, le misure accompagnatorie ed i sussidi pubblici (che l’UE proibirebbe). Tutti temi con una loro dignità: in ordine di importanza il primo, l’ultimo ed il secondo. Infatti le misure accompagnatorie sono il classico cerotto sulla gamba di legno, di un’inutilità pressoché totale: questo sfigatissimo Cantone si trova nell’attuale situazione di palta – con oltre 70mila frontalieri in continuo aumento, soppiantamento dei lavoratori ticinesi e dumping salariale – IN PRESENZA delle misure accompagnatorie. Esse sono, dunque, la foglia di fico usata dai $inistrati euroturbo per lavarsi la coscienza dopo aver demolito il mercato del lavoro ticinese tramite la devastante libera circolazione delle persone.

I punti centrali

Ciò detto, i tre temi sopra sono comunque questioni di contorno. I punti centrali dello sconcio accordo quadro istituzionale sono due:

  • Ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE. Vale a dire, i funzionarietti di Bruxelles detteranno letteralmente legge alla Svizzera su temi fondamentali, che esulano ampiamente dall’ambito di un accordo commerciale. E’ evidente che ciò equivale alla FINE della Svizzera come Stato indipendente e della sua democrazia diretta. La Confederazione verrebbe declassata a COLONIA di Bruxelles.
  • I giudici stranieri (della Corte europea di Giustizia) che risolverebbero le controversie tra Svizzera ed UE… ovviamente a vantaggio dell’UE! Da notare che la stessa UE non aderisce alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e questo per non dover sottostare ai giudici stranieri dell’omonima Corte. Però vuole imporre a noi i suoi giudici stranieri.

Questione chiusa

E’ evidente che, con o senza le tre questioni di contorno oggetto di negoziazioni di facciata, i due punti testé citati sono inaccettabili. Dunque la questione è chiusa: l’accordo quadro istituzionale va respinto al mittente.

Il Consiglio federale viene adesso a raccontare di avere una linea, però non ce la dice. I sette scienziati hanno forse deciso di mettere in discussione i due punti centrali dell’accordo quadro? Altamente improbabile (per usare un eufemismo) che un esecutivo che ha fatto della calata di braghe la propria cifra distintiva abbia assunto una posizione del genere. Oppure il CF ha deciso di mollare i pappafichi anche sui tre punti di contorno?

In ogni caso, anche il Gigi di Viganello ha capito che, qualsiasi cosa uscirà da questa presunta “negoziazione” sarà un’invereconda ciofeca.

Nuova associazione

Fa pure sorridere (utile in questi tempi grami) la nascita della sedicente associazione economica “AutonomieSuisse” che vorrebbe contrastare la perdita di sovranità della Svizzera senza però opporsi alla sottoscrizione dell’accordo quadro. AutonomieSuisse pretende di distanziarsi da chi “dice di no a tutto”. Ah, ecco. Cari signori, o si sta di qua, o si sta di là. Di conseguenza, nella pratica il problema che si pone la nuova associazione è se calare le braghe ad altezza caviglia o, in un sussulto d’orgoglio, limitarsi ad abbassarle fino alle ginocchia. Chi s’accontenta, gode…

Ma è ovvio che “si dice di no a tutto”! Di concessioni alla fallita UE ne abbiamo fatte già troppe, firmando accordi ciofeca che permettono ai balivi di Bruxelles di comandare in casa nostra. Di conseguenza, con l’UE non si firma nessun ulteriore trattato. Men che meno lo sconcio accordo quadro istituzionale. Al contrario, bisogna cominciare a disdire qualcuno degli accordi-capestro già in essere!

#swissexit

Lorenzo Quadri