Non si assumono più apprendisti frontalieri maggiorenni finché tutti i giovani ticinesi non avranno trovato un posto d’apprendistato
Ma chi l’avrebbe mai detto. Ancora una volta la Lega e il Mattino avevano ragione. Ha dovuto riconoscerlo anche il Consiglio di Stato. Il tema sono gli apprendisti frontalieri.
La situazione occupazionale nella vicina Penisola è infatti così degradata – 35mila disoccupati, un giovane su due non ha lavoro: questi sono gli ultimi dati – che gli aspiranti frontalieri non disdegnano, pur di lavorare in Svizzera, di farlo come apprendisti: anche se sono già formati. E’ chiaro che la produttività di un adulto che ha già imparato un lavoro non è paragonabile a quella di un ragazzino quindicenne, appena uscito dalla scuola media, apprendista a tutti gli effetti.
Percentuali inquietanti
Rispondendo ad un’interrogazione della deputata verde Michela Delcò Petralli, il Consiglio di Stato lo scorso ottobre ha reso noto che la SPAI (Scuola professionale artigianale e industriale) per l’anno scolastico 2013/2014 è frequentata da 810 apprendisti, di cui 540 svizzeri e 270 frontalieri (33.3%). Una percentuale che è già preoccupante di suo. In effetti gli apprendisti frontalieri di certo non pensano di tornare in Italia, ma mirano a diventare lavoratori frontalieri.
Ma c’è un dato ancora più allarmante: ossia che il 60% di questi apprendisti frontalieri sono maggiorenni. E’ quindi evidente che si tratta di una concorrenza sleale, in quanto fatta non ad armi pari, ai giovani ticinesi: lavoratori adulti contro scolari.
Fenomeno perverso
Non basta dunque che i giovani ticinesi non riescano ad entrare nel mondo del lavoro: situazione, è opportuno sottolinearlo, che peggiorerà ulteriormente nel caso in cui dovesse venire approvato il salario minimo di 4000 Fr al mese (chi assumerà più un ragazzo al primo impiego a questa paga?). Adesso l’esclusione comincia già nella ricerca del posto di tirocinio. Con quali conseguenze sociali e psicologiche lo si può facilmente immaginare (altro che i certificati medico-psicologici farlocchi per non lasciare la Svizzera).
E’ chiaro che l’apprendistato, che serve a formare i nostri giovani e dunque il nostro futuro, non può diventare una valvola di sfogo per la catastrofe occupazionale italiana. Eppure questo fenomeno perverso è già in atto. Altrettanto evidente è che i posti d’apprendistato devono andare prioritariamente ai ticinesi. Solo quando i giovani ticinesi sono stati tutti piazzati, si può pensare ad aprire ai frontalieri. Non prima.
Mozione al CdS
Anche su questo tema, la Lega e il Mattino sono intervenuti tempestivamente. Il neocapogruppo in Gran Consiglio Daniele Caverzasio ha presentato il mese scorso una mozione al CdS in cui si chiede che i giovani ticinesi abbiano l’assoluta priorità nell’accesso ai posti d’apprendistato. E nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha, in partica, seguito l’indicazione della mozione. Ha infatti deciso di sospendere tutte le assunzioni di frontalieri maggiorenni fino a quando tutti i giovani ticinesi non avranno trovato un posto di tirocinio. Vuoi vedere che, dopo averne mangiate 15 fette, si sono accorti che era polenta? In realtà il Consiglio di Stato avrebbe potuto benissimo fare un passo ulteriore. Ossia sospendere tutte le assunzioni di apprendisti frontalieri, indipendentemente dall’età , fino a collocamento integrale dei giovani ticinesi. Una misura eccessivamente dura nei confronti di minorenni in arrivo da Oltreconfine? Ed i ticinesi che vengono estromessi dai posti d’apprendistato e sostituiti da giovani apprendisti frontalieri, non sono anche loro minorenni?
Prima i nostri
“Gli è che”, con la sua decisione il Consiglio di Stato ha dato ragione alla Lega: prima i nostri. Ma questo, va da sé, non lo dirà e non lo scriverà nessuno. Né le altre forze politiche e neppure – non sia mai! – la stampa di regime. Però le cose stanno così. La Lega e il Mattino avevano ragione e il governo non ha potuto fare altro che riconoscerlo e attuare quanto chiesto dall’odiato Movimento. Ma come, le proposte della Lega non dovevano essere solo balle populiste e razziste?
Lorenzo Quadri