Troppo facile pretendere di riscuotere da Comuni e cittadini quando ci si è lasciati e ci si lascia scappare da sotto il naso decine di milioni

 

Mettere le mani nelle tasche dei Comuni e/o dei cittadini. Questo il programma che si prepara a Palazzo delle Orsoline con il Preventivo 2012. Un Preventivo in cui si è arrivati persino a proporre – anche se c’è da sperare che l’ignominiosa misura verrà stralciata già in sede di esame commissionale – un ulteriore taglio allo spillatico degli anziani e degli invalidi a beneficio della Complementare ospiti in istituto. A queste persone, per risparmiare un paio di milioni all’anno, si vorrebbe precludere perfino il caffè al bar e il regalo di Natale ai nipotini.

Un Preventivo che parte con una simile premessa non poteva che celare il peggio, ed infatti ecco arrivare la manovra di 40 milioni buttati sulle spalle dei Comuni, ed in particolare di uno, ossia Lugano. Che al Cantone  torna comodo solo quando c’è da mungere.

Forse è il caso di ricordare che la Città di Lugano già versa una cifra vicina ai 30 milioni all’anno di contributi perequativi: ma i costi di centralità che è chiamata a sopportare (come erogatrice di servizi di cui beneficiano anche altri comuni che però non partecipano a pagarli) non vengono affatto riconosciuti, contrariamente a quanto avviene, ad esempio, a Zurigo.

Al di là di questo: il Consiglio di Stato, dopo essersi pervicacemente rifiutato di procedere a sgravi fiscali, vuole ora mettere le mani in tasca alla gente. Non c’è però motivo di consentirglielo, dal momento che l’esecutivo cantonale non ha la coscienza pulita, premessa indispensabile ad operazioni di questo tipo. Solo qualche esempio.

1) Premi di cassa malati. Il governo si è seriamente battuto per ottenere le diminuzioni di premio di spettanza dei ticinesi a seguito delle riserve in esubero e del nuovo sistema di finanziamento delle cliniche private? Premi meno cari avrebbero comportato anche un risparmio importante per il Cantone alla voce sussidi di cassa malati. Ma, in materia di premi d’assicurazione malattia, l’attitudine governativa è stata fin dall’inizio rassegnata. Morale: i Ticinesi, nella fissazione dei premi di cassa malati del 2012, sono stati fregati per l’ennesima volta.

2) Dividendi della Banca nazionale. La BNS sta polverizzando miliardi come noccioline nel tentativo di evitare un eccessivo rafforzamento del franco nei confronti dell’euro. E il prezzo lo devono pagare i Cantoni? La ministra della finanze ticinese siede nel Consiglio di banca della BNS. Quali passi ha intrapreso per salvaguardare i 72 milioni annui di spettanza ticinese?

3) La piazza finanziaria è una fonte di importanti entrate per l’erario cantonale. Sia per le tasse pagate da banche, fiduciarie, eccetera, ma anche per quelle versate dai circa 15mila contribuenti che devono la pagnotta proprio alla piazza finanziaria. La quale, come ormai sanno anche i paracarri, è stata oggetto di vergognosi e illegali attacchi da parte del per fortuna ex ministro delle finanze italiano, Giulio Tremonti. Attacchi che non sono rimasti senza conseguenze: vista la malparata, sempre più operatori spostano rami d’attività e posti di lavoro dal Ticino all’estremo oriente. Davanti alle scandalose iniziative tremontiane, che si sono estese a tutta la piazza economica ticinese con conseguenze negative anche per l’erario, il Consiglio di Stato è rimasto inattivo. Ha fatto da palo al saccheggio, nascondendosi dietro la foglia di fico della competenza federale per le questioni internazionali. Troppo facile adesso pretendere di estorcere ai Comuni e/o ai cittadini le risorse che ci si è lasciati portare via.

4) Domicilio fiscale di assicurazioni, grandi magazzini, ecc. Non poche di queste attività commerciali hanno filiali importanti in Ticino, ma pagano nel nostro Cantone tasse ridicole, in nessun modo proporzionate alla cifra d’affari realizzata alle nostre latitudini. Un problema irrisolto da anni. Cosa ha fatto il Cantone per convincere questi attori economici a pagare le imposte da noi? Anche qui, decine di milioni persi ogni anno.

5) Ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri. Il problema è arcinoto: il Ticino riversa attualmente all’Italia 56 milioni di imposte alla fonte dei frontalieri all’anno a seguito di tassi di ristorno spropositati (38,8%). Il nostro Cantone paga almeno 30 milioni all’anno di troppo. Ma il CdS è forse insorto? Macché: ancora una volta è rimasto a guardare.

E quelli citati sono solo alcuni esempi. Ce ne sarebbero parecchi altri. Esempi che dimostrano in modo palese come il governo, dopo essersi fatto scappare da sotto il naso entrate per decine e decine di milioni all’anno, non è in nessun modo legittimato ad arrivare a battere cassa.

Lorenzo Quadri