A pochi giorni dal no agli sgravi fiscali
Il governo vuole aumentare le imposte!
E’ emerso dalla clausura (?) di Castelrotto: per l’ennesima volta, le previsioni della Lega e del Mattino si sono rivelate esatte
Come c’era da aspettarsi, l’iniziativa della Lega per sgravi fiscali per tutti è stata respinta in votazione popolare. Respinta sì, ma con onore. Infatti ha incassato il 35% dei consensi a livello cantonale, che salgono al 40% a Lugano e al 46% a Chiasso. Questi voti, dal primo all’ultimo, sono tutti della Lega. Che, ancora una volta, ha dimostrato di essere l’unica forza politica che si batte – concretamente, non a bla bla – per una fiscalità più leggera, componente indispensabile di qualsiasi piano di rilancio economico.
Fa quindi sorridere (eufemismo) che il Plr di Lugano già domenica sera si sia affrettato a diramare stucchevoli comunicati in cui esprime soddisfazione (?) per la bocciatura della proposta leghista. A Lugano c’è il 40% di leghisti e il Plr esprime soddisfazione? Invece di giubilare, l’ex partitone dovrebbe semmai preoccuparsi, ma seriamente.
Inoltre, è a dir poco aberrante che un partito liberale gongoli perché NON si fanno degli sgravi fiscali. Evidentemente di “liberale” è rimasto a malapena il nome; ed anche questo dovrebbe essere motivo di grave e fondata preoccupazione. Non certo di giubilo.
Il fatto di trovarsi completamente isolati in una votazione popolare presenta un vantaggio: che ci si può contare. Il tre marzo i leghisti si sono contati. Hanno scoperto di essere, come detto, il 35% a livello cantonale e il 40% a Lugano. Una fetta importante di popolazione che ci onoriamo di rappresentare.
Contribuenti in fuga
Il no agli sgravi di domenica scorsa ha come ovvia ed immediata conseguenza il protrarsi dello scandaloso immobilismo in materia fiscale che regna sovrano nel Cantone da oltre un decennio. Mentre dunque nel resto della Svizzera ci si muove, e ciò vale anche per Cantoni con governi di sinistra, in Ticino la classe politica rimane ferma al palo, bloccata, immobile. E ne esulta pure! A chi impropriamente festeggia, sarà forse bene ricordare che il 2% dei contribuenti paga quasi il 30% del gettito fiscale cantonale. Domandina facile-facile: cosa succederà nel momento in cui (perché non è una questione di “se”; è ormai solo una questione di “quando”) qualcuno di questi grossi deciderà di partire per altri e più accoglienti lidi? E quando cominceranno ad andarsene delle grosse aziende? Allora sì che mancheranno entrate fiscali importanti. Mancheranno in modo irrecuperabile. Gli sgravi, invece, fanno diminuire il gettito solo temporaneamente. Ben presto gli incassi dell’ente pubblico aumentano perché la ritrovata attrattività fiscale, e lo dimostra la storia dei precedenti “pacchetti”, porta nuovi, buoni contribuenti.
Ammucchiata del “tassa e spendi”
Le entrate del Cantone dopo gli sgravi fiscali sono sempre aumentate. Il problema sono le uscite che sono letteralmente esplose; e non certo per aiutare i cittadini ticinesi in difficoltà. Quindi, è semmai quello delle uscite il fronte su cui si deve agire.
Senza contare che, in una situazione di competitività fiscale ormai azzerata, il nostro Cantone non può nemmeno sperare che grosse aziende che hanno delle filiali in Ticino ma le tasse le pagano in altri Cantoni, possano decidere di modificare la chiave di riparto delle imposte per versarne di più al nostro erario. Per queste mancate entrate possiamo ringraziare i partiti $torici ormai coalizzati nella grande ammucchiata del tassa e spendi, che copre tutto l’arco costituzionale, dal P$ all’Udc.
Il CdS prepara aggravi fiscali?
Ma non è tutto. In più occasioni, prima della votazione abbiamo evidenziato come, se la Lega non avesse mantenuta alta la pressione, non solo governo, parlamento e partiti storici avrebbero proseguito nell’immobilità fiscale, ma anzi avrebbero aumentato le tasse. Ed infatti, a pochi giorni dalla votazione sull’iniziativa leghista per sgravi fiscali, il CdS si riunisce in clausura a Castelrotto a fare il punto della situazione (?). E cosa ne esce? Ma naturalmente che il governo prende in considerazione anche l’ipotesi di aumentare le tasse, in perfetto stile Monti!
Quindi non solo immobilismo fiscale ma addirittura la prospettiva, assolutamente vergognosa oltre che catastrofica nelle sue conseguenze, di aumentare le imposte. Ecco cosa succede a lasciar fare ai partiti storici. Ecco cosa succede a non sostenere gli sgravi fiscali.
Lorenzo Quadri