L’accanimento dei moralisti a senso unico contro il deputato leghista e municipale di Mendrisio Massimiliano Robbiani è l’ennesimo esempio di indignazione pelosa a scopo partitico.

E’ chiaro che Massimiliano Robbiani viene preso di mira e criminalizzato solo perché è leghista.

Il “crimine” che avrebbe commesso è noto: la pubblicazione su facebook di una foto satirica di cattivo gusto in cui si accostavano donne con burqa e sacchi della spazzatura. A parte che l’immagine incriminata non è certo una creazione di Robbiani, dal momento che circola in rete da mesi senza che nessun moralista a senso unico se ne sia  mai adombrato: è indubbio che quel post sia stato uno scivolone. Ma montarci sopra un caso di Stato, con tanto di richieste di dimissioni, come si sta facendo ora, è una strumentalizzazione così plateale e pacchiana da far venire la ridarella. Una farsa che ben smaschera la malafede di coloro che usano il moralismo un tanto al chilo per tentare di colpire politicamente il nemico da abbattere.

Su una vicenda imbastita su un post su facebook si è ricamato in maniera a dir poco grottesca. Il solito quotidiano ha perfino scritto, con bella sicurezza, che, nel caso in cui per il post in questione Robbiani dovesse venire condannato, ne conseguirebbe la sua decadenza dalle cariche politiche. Fregnacce. La destituzione di un politico eletto dal popolo (e non dai giornalisti di servizio del partito delle tasse) non è affatto automatica in caso di qualsiasi condanna, che comunque deve essere cresciuta in giudicato. Deve trattarsi di reati incompatibili con la dignità della carica. Se qualcuno sogna, sempre in funzione di strumentalizzazione partitica, di poter parificare un post infelice su facebook ad una rapina a mano armata, tanto per fare un esempio, farà bene a tornare sulla terra.

Robbiani dunque non si dimetterà proprio da un bel niente. E sicuramente saprà resistere alle pressioni ipocrite dei moralisti a senso unico ed in funzione partitica. Può senz’altro contare sull’appoggio della Lega e del Mattino.

A proposito: come mai, se l’etica vale per tutti i partiti allo stesso modo, nessun moralista ha chiesto le dimissioni del capogruppo $ocialista in consiglio comunale di Lugano Martino Rossi che, sempre su facebook, ha dato del maiale all’eurodeputato leghista Mario Borghezio, reo di aver difeso la Svizzera nel parlamento europeo? Come mai nessuno ha chiesto le dimissioni del presidente P$ del Consiglio comunale di Lugano Raoul Ghisletta che ha definito i collaboratori del Mattino “schifosi giornalisti fascisteggianti”?

A tonnellate di cattiveria antileghista spacciata maldestramente per indignazione morale (delegittimando così la stessa morale), si può solo rispondere con Dante: «non ti curar di loro ma guarda e passa». Anzi, non vale nemmeno la pensa guardare.

Lorenzo Quadri