Ma guarda un po’! Il ministro degli esteri liblab Didier “bisogna aprirsi all’UE” Burkhaltèèèr, quatto quatto prosegue la sua calata di braghe con i funzionarietti di Bruxelles. L’ultima trattativa con la commissaria Mogherini – scartina del governo Renzi piazzata da quest’ultimo a gestire la politica estera UE e ben vediamo con quali risultati – è degli scorsi giorni. Ma va da sé che i giornali hanno imboscato la notizia in un trafiletto formato francobollo.

L’obiettivo del Consigliere federale dell’ex partitone è quello di arrivare all’accordo quadro istituzionale con l’Unione europea. E questo comprende: giudici  targati UE che comandano in casa degli svizzerotti. A Burkhaltèèèr, è evidente, sta bene che sia la Corte di giustizia europea a decidere nelle controversie tra la (Dis)unione e la Svizzera. Eppure uno dei punti su cui più insiste il patto del Grütli del 1291 è l’indipendenza dai giudici stranieri. Ed ecco che il Consiglio federale si sta dando da fare per smontare dietro le quinte proprio il principio fondante della Svizzera. Se questo non è uno scandalo!

Un anno fa…
Si ricorderà peraltro che giusto un anno fa l’allora ambasciatore svizzero presso l’UE Roberto Balzaretti (PPD) ribadì davanti all’europarlamento (gremio su cui è meglio stendere un velo pietoso) che, in materia di applicazione dell’ articolo costituzionale “contro l’immigrazione di massa”, la Svizzera era pronta a riconoscere la giurisdizione della Corte di giustizia europea, aggiungendo “non so quale paese terzo sarebbe disposto a fare la stessa cosa”. Risposta sottointesa: nessuno; nessuno sarebbe disposto a cedere così facilmente la propria sovranità. Dunque una genuflessione a tutti gli effetti. Che, è chiaro, non può essere frutto di un’iniziativa personale del diplomatico: deve essere per forza stata autorizzata dal suo referente politico, ovvero il liblab Burkhaltèèèr.

Ripresa “dinamica”
Il ministro degli esteri non solo sottomette la Svizzera a giudici stranieri (i “padri fondatori” si rivoltano nella tomba) ma vuole anche la ripresa dinamica, che vuol poi dire automatica (le distinzioni tra i due concetti sono aria fritta) del diritto comunitario. Quindi ci facciamo imporre le leggi dagli eurofalliti e ci sottoponiamo pure ai loro giudici. E tutto questo accadeva mentre i partiti $torici in Consiglio nazionale cedevano al ricatto di Bruxelles e, come il Consiglio federale, votavano l’estensione della libera circolazione delle persone alla Croazia, ciò che consiste una spudorata violazione della Costituzione. Il livello delle considerazioni della ministra di giustizia, kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga erano le seguenti: “la Croazia è un bel posto, non ci sarà invasione di migranti in Svizzera”.  Ah beh, allora sì che siamo in una botte di ferro! Alla kompagna Simonetta è forse il caso di ricordare che anche l’Eritrea è un bel posto, ed infatti molti dei finti rifugiati giunti in Svizzera da quel paese ci tornano per trascorrerci le vacanze, naturalmente a spese degli svizzerotti fessi, perché “lì stiamo meglio”.

Stop alla marcia forzata
E, tornando alla Corte di giustizia UE, Burkhaltèèèr non creda di prenderci per i fondelli con la storiella che le sue decisioni lasciano un margine di manovra e che la scelta di come comportarsi è politica. Didier, guarda che “non siamo mica scemi”. O adesso pretendi di far credere che si riconosce la giurisdizione della Corte europea per poi non applicarne le decisioni? E’ fin troppo palese che, davanti ad una sentenza a loro avversa, gli svizzerotti caleranno immediatamente le braghe.
Questa squallida marcia forzata di avvicinamento all’UE, fatta da burocrati europeisti contro la volontà dei cittadini svizzeri, va assolutamente fermata.
Lorenzo Quadri