Interrogazione
L’asilante spacciatore caduto dall’autosilo Motta durante un inseguimento è guarito… ed è tornato a spacciare?
Nel giugno 2009 un asilante spacciatore intercettato alla stazione FFS di Lugano, durante il conseguente inseguimento cadde dal sesto piano dell’autosilo di via Motta, rimanendo ferito in modo grave.
La vicenda diede adito a discussioni di vario tipo.
Secondo alcune prese di posizione “particolarmente acute”, la colpa dell’accaduto non era dell’asilante che, oltre a spacciare, invece di consegnarsi alle forze dell’ordine si era dato alla fuga con le conseguenze del caso, bensì del “clima di chiusura” (?) creato (?) da atti parlamentari sulla criminalità straniera.
Ora, a due anni di distanza, risulta che il presunto rifugiato, dopo un periodo di cure (finanziate da chi?) è guarito: a questa notizia positiva ne fa seguito una meno positiva, ossia che il richiedente l’asilo, oltre ad essersi ristabilito, sarebbe tornato a spacciare: e sarebbe stato di recente fermato dalla polizia per questo reato.
Chiedo pertanto al lod. Consiglio di Stato:
– corrisponde al vero che il richiedente l’asilo oggetto del presente atto parlamentare, ristabilitosi dopo la caduta dall’autosilo di via Motta, invece di comportarsi onestamente – anche in considerazione dello scampato pericolo! – è tornato a spacciare?
– Quante volte è già stato fermato dalle forze dell’ordine dopo la guarigione? Quando e dove?
– Gli sono state comminate sanzioni? Se sì quali?
– Il richiedente l’asilo in questione risulta iscritto ad un’assicurazione malattia? In caso contrario, chi ha finanziato le cure di cui ha beneficiato?
– Con quale tipo di permesso la persona in questione risiede in Ticino? Esercita attività lucrative legali (oltre a quelle illegali) o è al beneficio di prestazioni sociali?
– Quali le conseguenze della recidiva sulla futura permanenza in Svizzera della persona in questione?
Con la massima stima
Lorenzo Quadri