Kompagni, altro che fare le verginelle ed interrogare sulla mattanza occupazionale in BSI!
Il Consiglio federale, o meglio sarebbe dire la ministra del 5% Widmer Schlumpf, ha messo a segno l’ennesima calata di braghe in materia privacy bancaria. L’annuncio, devastante per quanto atteso, è il seguente: per il 2017 – 2018 sarà in vigore lo scambio automatico d’informazioni.
Dalla Weissgeldstrategie a Rubrik, il dossier “segreto bancario”, da quando è in mano alla Consigliera federale non eletta, si è trasformato in una lista di monumentali fallimenti. Questa incredibile sequenza di flop ha fatto precipitare la piazza finanziaria elvetica nei gradini bassi della classifica della competitività internazionale. Hai voglia a dire che bisogna “riconventirsi”. “Riconvertirsi” a cosa? Qui si è distrutto il benessere costruito in 60 anni: il recupero è impossibile.
FATCA a rischio
Senza contare che gli Stati che pretendono di imporre pro saccoccia le proprie regole alla Svizzera sono poi ben lontani dall’applicarle loro, quando è in ballo il proprio tornaconto. Non tutti sono così disposti ad autocastrarsi per compiacere paesi esteri. Particolarmente interessante, ma bisognerebbe dire drammatico, il caso FATCA. La ministra del 5% si è affrettata a far approvare il Diktat USA presentandolo come “inevitabile” (tutto quello che non si vuole contrastare è diventato “inevitabile” per definizione). Adesso si scopre che FATCA rischia di saltare proprio negli Stati Uniti a causa della violazione multipla di diritti costituzionali dei cittadini.
Reputazione a ramengo
In cambio di tutto questo, la Svizzera non ha ottenuto assolutamente nulla.
Per contro, le conseguenze della perdita di attrattività della piazza finanziaria elvetica si scontano. E pesantemente. Si contano per quello che Widmer Schlumpf ha svenduto e anche per quello che svenderà in futuro. La reputazione elvetica di affidabilità e stabilità è andata a farsi benedire.
Come si può credere alla stabilità di un paese il cui governo nel 2009 dichiara “il segreto bancario non è negoziabile” e cinque anni dopo annuncia il passaggio allo scambio automatico di informazioni? Non si può sapere se quello che è garantito oggi lo sarà ancora domani.
E come la mettiamo con quegli esponenti dei partiti cosiddetti borghesi che, quando il Nano, dimostrando la consueta lungimiranza, lanciò l’iniziativa per introdurre il segreto bancario nella Costituzione federale, replicarono che si trattava di proposta inutile perché la privacy bancaria era già tutelata, scolpita nella pietra, sicura come l’oro? Adesso siamo in grado di misurare l’ampiezza di questa “tutela”.
E vediamo anche come queste stesse persone, quando i buoi sono ampiamente fuori dalla stalla, hanno da poco raccolto le firme per preservare il segreto bancario almeno per gli svizzeri. Ben sapendo cosa ci riserva il futuro. Ciò tramite l’ennesima “iniziativa-Xerox” fotocopiata dalle proposte della Lega. Ma come, non c’erano già “tutte le garanzie”?
Ipocrisia ro$$a
E’ chiaro che lo smantellamento della piazza finanziaria si paga, e pesantemente, in termini di perdita di posti di lavoro. Lo vediamo bene anche in Ticino. La BSI brasileira ha annunciato 100 licenziamenti. Questi 100 nuovi disoccupati potranno ringraziare la ministra del 5%. Ma non solo lei. Potranno ringraziare anche quelli che la mantengono in carica senza i voti. E qui emerge in maniera plateale l’ipocrisia dei kompagni. I quali, all’annuncio della mattanza occupazionale in BSI, si sono affrettati ad interrogare il municipio (come se c’entrasse qualcosa). Chiara la manovra: tentare di goffamente di spacciarsi per paladini dei bancari che rimarranno senza impiego. Tempo un paio di settimane, ed il P$ a livello nazionale dichiara ai quattro venti che l’anno prossimo – in occasione della rielezione del Consiglio federale da parte del Parlamento – sosterrà ancora la ministra del 5%, per garantirle di rimanere in carica contro la volontà popolare. Affinché la sua opera distruttrice possa continuare. E poi in casa $ocialista hanno ancora il coraggio di fare le verginelle sui licenziamenti in BSI?
Lorenzo Quadri