Dopo la naturalizzazione automatica degli stranieri di cosiddetta terza generazione
Rilanciamo anche noi: stop alle nazionalità plurime!
E ti pareva! La $inistruccia al caviale, spalancatrice di frontiere e rottamatrice della Svizzera, prosegue imperterrita con le sue fetecchiate. L’esubero di portali online e la carenza di notizie tipiche del periodo estivo costituiscono un cocktail micidiale: ogni “flatulenza” trova ampi spazi.
Sicché ieri un portale ticinese quale notizia d’apertura ha pensato bene di utilizzare le baggianate raccontate in un’intervista ad un altro sito (!) da tale kompagno Cédric Wermuth. Costui, giustamente sconosciuto ai più, è un consigliere nazionale ex presidente dei giovani $ocialisti: quelli che organizzano le manifestazioni non autorizzate per protestare contro le guardie di confine colpevoli di non “fare entrare tutti” i finti rifugiati con lo smartphone. Il che già la dice lunga. Il signor Wermuth, simpatico come un cactus eccetera, era poi uno di quelli che esultava per la rottamazione del maledetto voto del 9 febbraio.
Lo ius soli
Qual è dunque l’ultima sortita? Il kompagno torna a rivangare la trita storiella dello ius soli: ossia, chiunque nasce in Svizzera deve avere il passaporto rosso.
La $inistra spalancatrice di frontiere non si smentisce. Altro che “integrazione”: l’importante è concedere il passaporto svizzero a chiunque, per cancellare la nostra identità e le nostre radici. Avanti col multikulti! Ricordiamo che il P$$, quando si trattava di votare sulla naturalizzazione automatica degli stranieri di cosiddetta terza generazione – che non sono affatto quello che la truffaldina definizione lascia ad intendere – ebbe la bella idea di diffondere dei volantini arabo. Capita l’antifona? Anche stranieri che capiscono solo l’arabo, secondo i $ocialisti, devono diventare svizzeri!
Se poi si pensa che la gauche-caviar, oltre (va da sé) ad essere istericamente contraria al divieto di burqa, vuole pure rendere l’Islam religione ufficiale in Svizzera, il futuro che lor$ignori vorrebbero per il nostro paese è proprio rallegrante!
Aumentarsi l’elettorato
Ovviamente l’obiettivo dei kompagni è quello di rendere le naturalizzazioni sempre più facili, in particolare quelle di persone che non sono integrate né integrabili. In questo modo si immaginano di incrementare il proprio seguito elettorale. Ad esempio, a Lugano il P$ aveva organizzato un volantinaggio elettorale in bucalettere mirato ai naturalizzati di fresco.
Non sorprende certo che un partito del genere, che tra i suoi obiettivi – oltre ad islamizzare la Svizzera, ad aumentare le tasse a go-go, a far entrare tutti i finti rifugiati con lo smartphone, ad abolire l’esercito – ha pure l’adesione alla fallita UE, fatichi a trovare degli elettori tra i cittadini elvetici. E fatichi anche a trovarne tra i naturalizzati integrati davvero: quello che si sono fatti svizzeri perché credono in questo paese e nei suoi valori e magari hanno pure rinunciato al passaporto originario. Da qui l’esigenza di puntare sui naturalizzati di comodo. E su quelli che campano grazie al business dell’immigrazione incontrollata e delle frontiere spalancate.
No al passaporto multiplo
Nemmeno sorprende che, dopo la naturalizzazione automatica degli stranieri di cosiddetta “terza generazione”, adesso i kompagni anti-Svizzera mirino a regalare il passaporto anche a tutti quelli che sono nati su suolo elvetico. Si tratta della più scontata tattica del salame: una fetta alla volta si raggiunge l’obiettivo. Che è poi quello di trasformare il passaporto rosso in carta straccia.
Visto che i kompagni ripropongono le loro belle pensate sul tema naturalizzazioni rispolverando lo “ius soli”, allora rilanciamo anche noi una semplice proposta in tema di ottenimento della cittadinanza elvetica: obbligo di rinunciare al passaporto del paese d’origine al momento dell’acquisizione di quello svizzero. Già con questa semplice misura, le naturalizzazioni di comodo diminuiranno in modo visibile.
Lorenzo Quadri